Fondazione di Piacenza e Vigevano
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Giovedì 24 Novembre 2005 - 17:00 - Auditorium della Fondazione

LE ARTI NELL'ETA' DEL LIBERTY

Guido Gozzano
La sua poesia, l'arte del suo tempo

LE ARTI NELL'ETA' DEL LIBERTY Stefano Fugazza ha esplorato il clima artistico dell'Italia tra fine '800 e inizio '900, seguendo il filo conduttore di poesia, pittura, scultura e musica

Le arti al tempo di Guido Gozzano, ossia le arti nel periodo Liberty, sono state protagoniste del secondo incontro, ieri all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, del ciclo dedicato al poeta torinese, tra i massimi esponenti del crepuscolarismo. La volta scorsa era stata presentata la produzione poetica di Gozzano, nei suoi motivi ispiratori e nei suoi aspetti principali. Ieri, con la guida di Stefano Fugazza, direttore della Galleria d'arte moderna Ricci Oddi, si è esplorato il clima artistico dell'Italia tra fine '800 e inizio '900, seguendo il filo conduttore degli incontri, promossi da Fausto Frontini, sui punti di tangenza tra poesia, pittura, scultura e musica.
Fugazza è così tornato a parlare del Liberty, sul quale aveva già tenuto una conferenza all'interno del trittico su Gabriele D'Annunzio anteponendo, al discorso più specifico sulla declinazione italiana dell'Art Nouveau, considerazioni generali sui rapporti tra letteratura e arti figurative.
Relazioni che si sono sempre intrecciate, ma in alcuni momenti - ha spiegato il direttore della "Ricci Oddi" - in modo più evidente. E' il caso ad esempio degli anni tra '800 e '900, pur con i tanti necessari distinguo. «D'Annunzio si occupò direttamente di arti figurative, scrivendo anche testi di carattere critico», ha ricordato Fugazza. Diversa la vicenda di Gozzano: «Nella sua opera possiamo però comunque riscontrare un legame iconografico tra la poesia e certe caratteristiche del Liberty».
A questo proposito il relatore ha citato l'ultimo poemetto, rimasto incompiuto, intitolato Le Farfalle, insetti che costituiscono «un elemento fondamentale dell'immaginario Liberty, non tanto nella pittura, quanto nelle arti decorative, come la ceramica e il ferro battuto». Fugazza ha inoltre precisato come «le buone cose di pessimo gusto», delle quali Gozzano scrive ne L'amica di nonna Speranza e anche ne La signorina Felicita, sono spesso erroneamente identificate con il Liberty, quando invece fanno riferimento al salotto borghese di metà '800, quando il Liberty non era ancora nato.
Le coordinate cronologiche di quest'ultimo sono infatti comprese convenzionalmente tra il 1895 e il 1915, con l'apice nel 1902, in concomitanza con l'Esposizione di Torino. Il viaggio attraverso il Liberty è poi approdato nelle sale della Galleria Ricci Oddi, tra i quadri di Giulio Aristide Sartorio e Adolfo De Carolis, con una tappa fino a Palazzo Esperia di Alessandria, dove è in corso la mostra Sogni. Visioni tra simbolismo e liberty, curata da Vittorio Sgarbi.

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