Venerdì 24 Marzo 2006 - ore 21:00 - Teatro Verdi di Fiorenzuola PAOLO BORSELLINO ESSENDO STATO
Teatro Segreto e Benevento Città Spettacolo
La singolare esperienza esistenziale di Paolo Borsellino porta con sé i tratti inequivocabili dell’eroe. Un eroe moderno. Un eroe lontano dalle tentazioni della retorica. Un eroe che si batte senza armi contro le armi; senza violenza contro la violenza; senza protervia contro omicidi, stragi, tradimenti. Forte unicamente della sua spiazzante lealtà intellettuale, di un intuito espresso a livelli altissimi, Paolo Borsellino è l’incarnazione di eroe psicologico in grado di sacrificare il proprio corpo e i propri affetti per un’idea: la giustizia. Questo profilo di un artefice umano che costruisce il proprio coraggio per donarlo agli altri ha affascinato i grandi tragici dell’antichità, le letterature di tutti i tempi e di tutto il mondo. Le esistenze di Borsellino e Falcone hanno operato un mutamento insolito. Per molti giorni, per mesi, gli italiani hanno assistito e partecipato con entusiasmo e dolore ad una vera e propria reincarnazione di ideali ispirati alla giustizia che deviazioni politiche e mafiose avevano tacitato sotto la polvere di una pretesa retorica. Lo Stato, l’appartenenza dei cittadini ad esso, l’equità, il coraggio, sono passati dallo stadio vuoto delle “parole” a quello limpido e inarrendevole dei “fatti”.
I cinquantasette giorni in cui Paolo Borsellino vive dopo la morte a Giovanni Falcone, fanno del giudice sopravvissuto un uomo solo, accerchiato da elementi deviati dello Stato e della politica, da Cosa Nostra e dall’indifferenza collettiva come prodotto culturale raffinatissimo atto a seppellire la verità. Senza Falcone, senza l’uomo che Borsellino stesso definiva “il suo scudo”, il magistrato elabora la certezza matematica della propria fine. Malgrado ciò rimane. Rimane in Sicilia, rimane a Palermo, rimane fedele a un’idea, a Falcone, a sé stesso. L’azione prende l’avvio dal 19 luglio 1992. Alle 16: 58 in via D’Amelio, a Palermo, un attentato pone fine alle vite del giudice e degli uomini che lo stavano proteggendo. Nell’ultimo decimo di secondo tra l’esplosione e la morte, Paolo Borsellino ricompone memorie e sogni della sua vita.
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