Sabato 17 Dicembre 2011 - ore 17:00 - Piacenza, Spazio Campi, via Garibaldi 63 “Nel segno di Bot. Opere, immagini e documenti”
17 dicembre - 19 febbraio 2012, 10.30-12.30 e 16.00-19.00
Spazio Campi – la prima realtà di Piacenza ideata e progettata con una specifica attenzione alla fotografia e alla documentazione del passato della città – ospita a partire da sabato 17 dicembre una mostra eccezionale: “Nel segno di Bot. Opere, immagini e documenti”.
Osvaldo Bot è stato il più estroso protagonista del Novecento nella città di Piacenza. Pittore, scultore, editore e polemista, ha costituito una vero e proprio ponte tra la nostra piccola realtà e le avanguardie che si sono sviluppate a livello nazionale. Il suo percorso si è concretizzato in una produzione foltissima non solo di opere, ma anche di riviste, libri, cartoline, fotografie e documenti. Per questo motivo un collezionista concittadino, Carlo Gazzola, ha voluto ricostruire la sua fisionomia con un libro che ne racconta la vita anno per anno: è nato così Bot (Silvia Editrice, 2011; con prefazioni di Luigi Sansone e Arturo Schwarz), un volume in grande formato di oltre cinquecento pagine, arricchito da 1.300 fotografie. La mostra di Spazio Campi è a sua volta frutto di questo lavoro e per questo il sottotitolo è “Opere, immagini e documenti”. I visitatori potranno ammirare non solo capolavori come il Paesaggio futurista (1931), sferopittura volata in Cina per la mostra “A+B+C/F=Futurismo” al NAMOC (National Art Museum of China) di Pechino, o il Cacciatore di leopardi (1938 circa), il Ritratto di Francesco Ghittoni (1928), che di Bot fu insegnante per un breve periodo al Gazzola, di modi futuristi, o ancora una Gitana degli anni Cinquanta, ma anche apprezzare i numeri della rivista fondata da Bot – “La Fionda” –, insieme a cartoline, libri e documenti. E ancora le fotografie dell'Archivio Croce, che riportano l'artista di fronte ai nostri occhi. Approdando, nell'ultima saletta, a un video documentario realizzato appositamente per l'evento: intervista dopo intervista Bot viene raccontato dalla viva voce di chi lo ha conosciuto.
142 pezzi, per la maggior parte inediti. Una mostra per comprendere, finalmente, chi fu Osvaldo Bot.
A cura di Maurizio Cavalloni, Paolo Dallanoce, Mario Di Stefano, Carlo Gazzola
Testi di Gabriele Dadati
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