Sabato 27 Febbraio 2016 - ore 21:00 - Teatro Trieste 34 | Via Trieste, 34 Piacenza La Buona Luna
Rassegna Le voci della Luna
LE VOCI DELLA LUNA – 6° Edizione
Rassegna teatrale serale sulla tecnica della narrazione
La sesta edizione della rassegna prevede di mettere in cartellone 5 spettacoli realizzati da compagnie teatrali provenienti dal territorio nazionale. Lo sguardo della direzione artistica ha selezionato spettacoli del “Racconto”, una tra le tecniche più antiche del mondo del teatro.
La rassegna inizierà nel mese di novembre e terminerà nel mese di aprile con uno spettacolo a cadenza mensile.
Sabato 27 febbraio
PKD
La Buona Luna
con Filippo Arcelloni
Spettacolo assolo che parla di vino e amore, una buffa e tragicomica storia di amore che si mescola con l'amore per il vino, in parallelo si intrecciano racconti di una famiglia, un vigneto e di un sentimento.
Racconto di-vino.
Il vino, una bevanda per dissetare, un alimento, un liquido da degustare, una bottiglia preziosa da regalare, un’essenza misteriosa che rinchiude nei profumi e nei sapori che la compongono la terra dove le radici della vite sprofondano. Una volta versato in un bicchiere, attraverso i suoi profumi, il gusto, il vino parla, racconta: ci parla del freddo, della pioggia, del sole, della vita.
Il vino nasce, prima di tutto nella Vigna, tra i filari dove è ancora la mano dell’uomo a governarla, dove è l’esperienza a decidere come e quando potare, come e quando spollonare il tronco, sfoltire le foglie, attaccare i tralci, trattare ed alla fine vendemmiare.
Il grappolo d’uva, prezioso generatore del liquido primario che una volta pigiato si affina lentamente in grossi tini d’acciaio, di cemento vetrificato o in preziose botti di legno. Alla fine la sua ultima casa la bottiglia.
L’uomo è intimamente legato a questo succo d’uva, impreziosito dalle fermentazioni nel tempo, il metronomo dei pasti e delle amicizie, valvola di sfogo dei nostri sogni, dilatatore del tempo quotidiano.
In scena un attore, una botte imbandita con salume, formaggio, pane, due bicchieri e una bottiglia di vino; ai due lati un leggio ed una chitarra. Dal momento della apertura della bottiglia il tempo quotidiano incomincia a retrocedere, per lasciare spazio ai sogni e alla memoria che il vino fa tornare a galla dal profondo dell’anima dell’uomo.
Parlare del vino vuol dire anche sorridere, ricordare la prima volta che lo abbiamo gustato, giocare a descriverne il carattere, ricordare i brindisi, scherzare sulla vita degli astemi.
Uno spettacolo ironico e a volte serio, cercando di regalare al pubblico emozioni come quelle che solo il vino sa dare.
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