Mercoledì 9 Marzo 2016 - ore 10:00 - Teatro Comunale Filodrammatici L’ARMANDONE DELLA PIMPA
36° Rassegna di Teatro Scuola “Salt’in Banco”
Teatro dell’Archivolto / Giorgio Scaramuzzino
L’ARMANDONE DELLA PIMPA
di Altan
drammaturgia e regia Giorgio Scaramuzzino
con Giorgio Scaramuzzino
voce di Pimpa Francesca Vettori
musiche Paolo Silvestri
scene Francesco Tullio Altan
assistente e realizzazione scene
Nuovo spettacolo di Giorgio Scaramuzzino a Piacenza, che con “L’Armandone della Pimpa” di Altan chiude la sua permanenza al Teatro Comunale Filodrammatici iniziata con “(Non) voglio andare a scuola” e proseguita con “Ma che bella differenza”. Appuntamento da lunedì 7 a mercoledì 9 marzo nell’ambito della XXXVI Rassegna di Teatro Scuola “Salt’in Banco” organizzata da Teatro Gioco Vita con Fondazione Teatri e Comune di Piacenza, con la collaborazione dell’Associazione Amici del Teatro Gioco Vita e il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Doppie recite lunedì 7 e martedì 8 marzo, con inizio alle ore 9 e alle ore 10.45; unica rappresentazione alle ore 10 mercoledì 9.
Lo spettacolo, rivolto ai più piccoli dai 3 agli 8 anni, parte dalle storie della Pimpa per raccontare il rapporto tra Armando e una cagnolina che ci ricorda attraverso i suoi comportamenti una bambina vera.
Drammaturgia e regia sono di Giorgio Scaramuzzino, protagonista in scena che dialoga con la voce di Pimpa di Francesca Vettori. Le musiche sono di Paolo Silvestri, le scene di Francesco Tullio Altan, la produzione è del Teatro dell’Archivolto.
Come ogni mattina la Pimpa esce di casa per affrontare una nuova avventura. Chissà oggi dove sarà andata? Si chiede l’Armandone, amico inseparabile della cagnolina a pois che compie 40 anni. Armando rimasto solo a casa gioca con i ricordi: il loro primo incontro, i giochi e le mille avventure vissute insieme. Nata dalla penna di Altan, uno dei disegnatori italiani più conosciuti e apprezzati, con le sue storie colorate e mai banali la Pimpa ha divertito intere generazioni di giovanissimi e ha ancora tante sorprese da regalare.
«Si è detto che nelle storie di Altan - spiega Giorgio Scaramuzzino - non esiste morale, ed è vero, esiste invece una sorta di tacita regola di comportamento che va oltre all’educazione in senso stretto. È la regola della curiosità, della creatività, di un mondo reale dominato da rapporti fantastici. Il confine è labile come del resto è il confine della creatività infantile. È chiaro che gli oggetti parlino perché altrimenti non potrebbero farsi capire e di conseguenza interagire con gli esseri viventi ed è tutto così terribilmente e semplicemente serio. È tutto così mai scontato. Alcuni studiosi lo hanno definito il pensiero laterale, la cosa che più conta è che Altan attraverso i suoi personaggi ci fa scoprire davvero cosa c’è oltre lo specchio, oltre l’apparenza con misurato equilibrio, usando una parola essenziale, un linguaggio apparentemente infantile. La longevità di Pimpa non è casuale, come tutti i classici ha affascinato generazioni di lettori e oggi anche di telespettatori. Come tutti i classici si rivolge ad una vasta platea di giovani che ritrovano nelle avventure della Pimpa gran parte della loro avventura di vita. Attraverso il linguaggio teatrale, un linguaggio diretto e interpersonale, crediamo che tutte queste caratteristiche possano essere valorizzate e trasmesse integre a tutti coloro che avranno la bontà di ascoltarci».
Altan inventò la Pimpa per sua figlia Chicca. Aveva la forma di un cane con lunghe orecchie, ma non un cane come tanti altri, che sono semplicemente o bianchi o neri o marroni. Pimpa era bianca con dei buffi pallini rossi: una cosa mai vista! E poi non era mica un cane che abbaia, che fa la guardia e che mangia in una ciotola. Tutt’altro: parlava e ragionava come una bambina. Un’altra cosa sorprendente! Cagnetta o bambina? Domandavano persone grandi e serie che non sapevano ragionare come i piccoli. E considerato che si comportava come una bambina, doveva avere anche un papà: Armando. Ma chi è veramente Armando? Il papà di una bambina? Il padrone di una cagnetta? O semplicemente l’amico di Pimpa? Diciamo che Armando è tutto questo insieme, in un corpo robusto di un signore con giacca e cravatta, nasuto e baffuto, a volte un po’ severo, a volte un po’ buffo, ma sempre tanto buono e saggio.
E fu così che nel maggio del 1975 nelle edicole italiane apparve una locandina che diceva: “È arrivata Pimpa, il fantastico cane che parla”, e moltissimi bambini (e anche tanti genitori) conobbero il nuovo personaggio e impararono ad amare la Pimpa dalle pagine del “Corriere dei piccoli”. Oggi le storie della Pimpa sono pubblicate da Franco Cosimo Panini.
pubblico: per tutti, da 3 a 8 anni
teatro di narrazione
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