Sabato 16 Aprile 2016 - ore 21:00 - Teatro Trieste 34 | Via Trieste, 34 Piacenza "Re Garde / Beviamoci su No Game"
Rassegna Insincronia
Re Garde / Beviamoci su no game
"Re-Garde", pièce per due danzatori.
“Re-Garde” è essenzialmente un lavoro coreografico che indaga sul senso della vista.
La ricerca si propone di utilizzare uno sguardo super potente che possa mettere in uno stato di totale imbarazzo e soggiogazione chi ne subisce il fascino e l’abuso.
Lo sguardo è al servizio non solo degli interpreti, ma dello spazio e dell’intero ambiente.
L’atmosfera oscura, pesante, oppressiva e tenebrosa ha come supporto la tematica dell’osservare e dell’essere osservati.
Due danzatori, due uomini che si battono per l’affermazione del sé, che sono pronti a subire o ricevere, a dare o perdere, a essere manipolati, provocati, abbandonati...
Il gioco di luci sceniche consentirà agli spettatori di essere parte integrante della pièce, obbligandoli a osservare loro malgrado.
Il lavoro sulla qualità di movimento è personale: utilizza la dimensione orizzontale, i concetti dinamici e fisici del partenering e del contact. Il corpo è controllato e vigile come lo sguardo, ma non rinuncia a godere di momenti di distensione e respiro.
L’interpretazione indaga sul rapporto dialogico tra vittima/carnefice, osservatore/osservato.
La proposta è di sensibilizzare il pubblico sulla cattiveria gratuita che l’osservazione può nutrire. Un ipotetico soggetto noir che può ammettere l’esistenza di un colore più gradevole, vicino al cuore e alla sfera dell’umana e carnale visione della vita in tempi moderni.
Drammaturgicamente il lavoro ha come fil rouge quello dell'osservazione e della vista in generale, ed è guidato dalle molteplici opere artistiche che ne hanno motivato la genesi. Tra le opere: William Bourguereau con il dipinto “Dante e Virgilio“, Antonio Caratenuto con la scultura “L'Osservatore Vesuviano“ e Hanneke Beaumont con le sue sculture “Connected-Disconnected“. Di grande stimolo è stato il cortometraggio “Un chien andalou“ di Luis Buñuel grazie al suo forte contenuto e al suo lato profondamente oscuro. Il progetto stimola riflessioni di carattere empirico e filosofico: nella fattispecie su un ipotetico potere di controllo della vista e su un suo condizionamento legato alla sfera delle relazioni sociali. Si desidera comunicare al pubblico una metodologia dell'osservazione, basata sulla prospettiva del punto di vista: sia esso positivo o negativo: più semplicemente comunicare quanto sia soggettivo il modo con il quale osserviamo il mondo e le persone che lo abitano. Non manca la dimensione innocente e pulita di uno sguardo che si posa sulle cose e che ironicamente sa divertirsi con la vita. Un'osservazione da fanciullo pascoliano, priva di qualsiasi condizionamento e libera di potersi esprimere.
BEVIAMOCI SU_NO GAME "[...] belli, con un'allegria delicata e senza peso, una specie di disperata tenerezza, nascoste ali di angeli caduti, e un desiderio di giocare e di perdersi senza accettare nessuna delle apparenze del mondo. [...]" Pietro Citati, L'armonia del mondo Beviamoci su, la sbornia ci porterà consiglio. «L'entusiasmo non è altro che ubriachezza morale» direbbe George Gordon Byron. Beviamoci su_No Game desidera affrontare la difficile tematica della dipendenza dall'alcool come soluzione facile alla vita. Non si tratta di un gioco. Il divertimento delle nuove generazioni Smart rischia di essere un pericolo frequente, un Game Over causa della perdita totale della ragione come categoria dell'essere umano. In un paese dei balocchi si assiste al degrado di un potenziale creativo inespresso, se non attraverso atti al confine con il vandalismo. Siamo lontani dalla Bohème degli artisti francesi: è il bicchierino di troppo che trasforma il sogno in incubo. Il gesto realistico, teatrale e danzato riconduce nei luoghi della memoria come in quelli della vita reale: dall'alterazione delle percezioni sensoriali alle solitudini interne. Il corpo è espressione deforme della visione. Corpo sapiente alla maniera di Omero e non banalmente ubriaco: «il vino folle, che fa cantare anche l'uomo più saggio e lo fa ridere mollemente, lo costringe a danzare e a tirar fuori parola che sta meglio non detta». Titolo: Beviamoci su_No Game Regia, coreografia ed interpretazione: Francesco Colaleo, Maxime Freixas, Francesca Linnea Ugolini Musiche: Mauro Casappa Durata: 20 min. in co-produzione con la Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei in collaborazione con ACS Abruzzo Circuito Spettacolo
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