Martedì 27 Gennaio 2004 - Libertà
Che cosa è rimasto nel Piacentino
Domani la presentazione del libro "Ebrei a Piacenza"
Un tempo che "diventa continuità e attualità", dove "passato e presente si intersecano", in nome di un dovere della memoria, "obbligo per la collettività e per il singolo", che rimane una delle componenti fondamentali dell'identità ebraica. Con questo spirito, a Piacenza e provincia, dove da tempo non esistono più comunità di ebrei, da qualche anno c'è chi sta portando avanti un progetto di recupero e valorizzazione delle testimonianze di questa antica presenza nel territorio.
Tra i primi risultati concreti, la pubblicazione del volume "Ebrei a Piacenza", a cura di Franco Bonilauri e Licia Gardella. Il libro sarà presentato domani alle ore 11 presso l'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, nell'ambito delle manifestazioni per la Giornata della memoria. Un incontro pensato soprattutto per gli studenti, ma aperto alla partecipazione di tutti. Interverranno, oltre ai curatori Franco Bonilauri, direttore del Museo Ebraico di Bologna e Licia Gardella, preside del liceo scientifico Respighi, anche: Ezio Raimondi, presidente dell'Ibc (Istituto beni culturali) della Regione Emilia Romagna e una rappresentanza della Comunità ebraica di Parma. Il volume, edito dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, in collaborazione con: l'istituto tecnico per geometri Tramello, (diretto da Licia Gardella fino allo scorso anno scolastico), la Fondazione museo ebraico di Bologna e l'Ibc Emilia Romagna, si avvale del contributo di: Vittorio Anelli, Lidia Bortolotti, il rabbino Luciano Meir Caro, Fausto Fiorentini, Vincenza Maugeri, il vescovo mons. Luciano Monari, Ada Tedeschi Spritzman e i curatori. "Nel Piacentino - spiega Licia Gardella - esistono ancora luoghi che ci consentono di ripercorrere quel tempo di convivenza, legato alla presenza ebraica". Il progetto degli studenti del Tramello si è dunque concentrato sui tre piccoli cimiteri di Fiorenzuola, Cortemaggiore e Monticelli. "Abbiamo lavorato all'interno di un'ampia iniziativa a livello europeo, tuttora in corso, per la quale - precisa Gardella - ci siamo confrontati con il Lycée d'Estournelles de Constant di La Flèche (Francia) e l'Istituto "Zespol Szkol Ekonomicznych" di Opole (Polonia), alla riscoperta di testimonianze ebraiche nei rispettivi paesi". I capitoli che si soffermano più diffusamente sulla storia degli insediamenti nel Piacentino attingono soprattutto alle ricerche pionieristiche di Carmen Artocchini, arricchendole con ulteriori acquisizioni.
Alcune ipotesi, per quanto suggestive, restano in attesa di conferme, come quella della presenza di un'antica colonia ebraica in alta Val d'Arda, una supposizione avanzata sulla scorta di alcuni inconsueti toponomi, come il monte Morìa e le località Levei, Rabbini, Campo o Rio degli Ebrei. Documentata invece la presenze in città, dove le abitazioni si concentravano nel quartiere degli artigiani e dei commercianti, presso Santa Brigida, prima dell'espulsione definitiva decretata nel 1570, seguita dal trasferimento in provincia. Qui fino alla prima metà del XX secolo sopravviveranno le piccole comunità di Monticelli, Fiorenzuola e Cortemaggiore, oggi estinte.
ANNA ANSELMI