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Giovedì 12 Febbraio 2004 - Libertà

Veleia, centro strategico nell'area padana

Presentato alla Fondazione "Ager Veleias", raccolta di saggi di vari ricercatori

Su Veleia, sito archeologico atipico, in parte inesplorato, ricchissimo di reperti tra cui la celeberrima Tabula alimentaria, non tutto è stato ancora detto. E non mancano certo studiosi volenterosi e qualificati come dimostrato nell'interessante volume "Ager Veleias. Tradizione, società e territorio sull'Appennino piacentino" (La Pilotta editrice, Parma), presentato ieri alla Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Il libro è una raccolta di saggi di vari ricercatori, anche piacentini, coordinati da Nicola Criniti, docente all'Università di Parma ed apprezzato conoscitore di storia romana. I moderatori - oltre Criniti, Tiziana Albasi, coautrice, ricercatrice all'Università di Parma e docente in istituti piacentini ed Ersilio Fausto Fiorentini, giornalista - hanno ripercorso evoluzione degli studi (Albasi), sottolineato importanza divulgativa dello specifico approfondimento oltre semplice erudizione o filologia, compattezza e professionalità del gruppo di studio (Fiorentini).
Criniti ha, invece, brevemente delineato la nascita di Veleia, centro amministrativo e commerciale strategicamente vitale nella fiorente area padana. Nei singoli contributi del volume, poi, lucida rilettura di aspetti salienti della gloriosa epopea: Tiziana Albasi e Lauretta Magnani ripercorrono con dovizia di particolari la secolare pubblicistica; Luca Lanza analizza architettura ed urbanistica del prestigioso complesso; Ilaria Di Cocco riprende un'annosa questione, la dislocazione dei pagi veleiati; Marco Cavalieri i maggiori prodotti artigianali, bronzei soprattutto; Gianluca Mainino inquadra la Tabula nella legislazione romana; con Caterina Scopelliti storia ed onomastica della zona; quindi riedizione della Tabula con imponente apparato documentario (Criniti); infine sistematica raccolta di fonti storico-epigrafiche, 250 anni di edizioni e traduzioni della tabula e bibliografia veleiate del decennio 1990-2000 (Cecilia Barbieri ed ancora Criniti).
Come molte altre discipline anche l'archeologia ha, in generale, ricercato unità metodologica oltre accademismo filologico e neostoricismo idealistico dei decenni scorsi. La rinnovata attenzione alla cultura materiale ha poi valorizzato dimensione extra artistica di molti manufatti ed incidenza dell'approccio interdisciplinare in ossequio a certo materialismo dialettico ma anche al sociologismo strutturalistico rimarcando, così, varietà e complessità di interi cicli culturali entro significative riorganizzazioni settoriali (archeologia industriale, subacquea od urbana). Con "Ager Veleias" ottimo contributo alla ricerca scientifica, dunque, per vari motivi: importanza di un lavoro d'équipe sincronico, cioè con competenze anche complementari all'archeologia; inscindibilità del momento empirico da quello conoscitivo per garantire all'archeologia utilità didattica ed elevate finalità culturali; riconoscimento alla disciplina del carattere storico-umanistico, eredità di Illuminismo e Romanticismo; aggiornatissima summa, infine, per tutti gli appassionati.

FABIO BIANCHI

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