Sabato 8 Novembre 2003 - Libertà
Storia di Piacenza: pubblicato l'ultimo atto
Presentato il secondo tomo dedicato al Novecento: dal Dopoguerra ad oggi
E'un'ironica e trasognata piazza Cavalli, dipinta da Stefano Canepari, a "vestire" il tomo conclusivo della poderosa "Storia di Piacenza": 10 volumi, portati a termine in 27 anni. Una veduta simile era riprodotta sulla copertina del primo libro uscito nel 1980, per il quale era stata scelta "Piazza Cavalli nel 1831" di Giovanni Miagliara. Nel frattempo, il cavallo di Alessandro Farnese si è messo a scalciare, mentre i putti hanno già preso il volo.
Specchio del tempo tumultuoso, dai rapidi cambiamenti, sull'orlo della deflagrazione, che oggi stiamo vivendo, come suggeriva Ferdinando Arisi, coordinatore della tappa conclusiva della storia della città. Ieri, nell'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano gremito di pubblico, la pubblicazione è stata presentata dallo stesso Arisi, da Stefano Fugazza, tra i collaboratori dell'opera, e dall'editore Leonardo Bragalini. Ad introdurre l'evento, Alessandro Lunati, direttore della Fondazione di Piacenza e Vigevano, che ha ripercorso i 27 anni trascorsi dall'avvio del progetto, prima edito direttamente dalla Cassa di Risparmio di Piacenza e, in seguito, dalla Tipleco. Una lunga stagione, durante la quale è stato rispettato - ha ribadito Lunati - l'intendimento iniziale, secondo il quale la monumentale (i 10 volumi si sviluppano per circa 7.200 pagine) "Storia di Piacenza" doveva creare una base per studi successivi.
L'ultimo nato sul quale si è soffermato Arisi è il secondo tomo del Novecento e si presenta un po'atipico nei suoi contenuti. In parte perché nel frattempo alcuni ambiti sono andati perdendo di importanza ("Con Angiolino Capelli è finita la decorazione, che era una delle tradizioni piacentine"), mentre altri si sono sviluppati, come lo sport, la fotografia e il cinema ("La sua stagione maggiore in città la visse nel Dopoguerra, quando ancora non c'era la televisione e si andava al cinema tutte le sere"); ma soprattutto perché gli anni trattati, dal 1945 al 2000, riguardano la contemporaneità, spesso ancora cronaca, non ancora trasformata in storia dai necessari periodi di riflessione.
Fugazza ha precisato a questo proposito come nel libro prevalgano più i dati e i fatti, che non i giudizi e le interpretazioni. Arisi ha indicato in questa impresa un punto di riferimento fondamentale per chi si accosti allo studio della città, analoga per importanza alla storia ecclesiastica del Campi e alla storia del Poggiali.
L'editore Bragalini (che ha omaggiato i presenti con il volume "Risorgimento italiano", a cura di Stefano Pronti) ha annunciato la prosecuzione dell'impegno della Tipleco a favore degli studi storiografici piacentini, con una nuova collana di saggi, la cui prima uscita sarà "Dopoguerra e fascismo 1919-1922" di Fabrizio Achilli.
An. Ans.