Martedì 21 Ottobre 2003 - Libertà
Municipale 1804, un re delle scene per l'apertura
Stasera in Fondazione la presentazione del Cd tratto da "Zamori" di Mayr che inaugurò il teatro
Per l'inaugurazione del Teatro Nuovo (oggi Municipale), la sera del 10 settembre 1804, i piacentini erano riusciti ad ingaggiare il re delle scene del momento, il compositore di origine bavarese Johann Simon Mayr (1763-1845). Il musicista creò espressamente per l'evento il "dramma serio" Zamori ossia l'Eroe delle Indie, da allora mai più rappresentato, (a parte le consuete repliche per un mese al Municipale, fino al 10 ottobre 1804). Quasi del tutto dimenticata, l'opera torna dal passato, grazie al recupero del musicologo piacentino Mario Giuseppe Genesi, che ha curato la trascrizione per voce e pianoforte di una selezione significativa di brani, scelti tra oltre 5 ore di musica. Stasera alle 21 alla Fondazione (via Sant'Eufemia, 12) verrà presentato il cd, (in omaggio ai presenti), con musiche di Mayr e Nicolini. Il musicologo Mario Bizzoccoli, direttore dell'Archivio Storico Comunale di Carpi, parlerà della strumentazione delle opere liriche di Mayr. Seguirà
un concerto, interpretato dal soprano Emanuela Moreschi, accompagnata al piano da Genesi, su arie d'opera di Rossini, Nicolini e Mayr. "Probabilmente Zamori è la più importante pagina culturale piacentina - afferma Genesi - ed era importante che non andasse del tutto perduta". Il musicologo si è messo sulle tracce degli spartiti manoscritti, andando a ricopiare le partiture ("smembrate e scritte su pentagrammi enormi, su fogli altrettanto grandi e decisamente poco maneggevoli!") ad Ostiglia (nel Mantovano), all'Accademia di Santa Cecilia a Roma e nelle biblioteche dei conservatori di Bergamo, Genova, Parma e Milano. "Purtroppo a Piacenza non è rimasta nessuna partitura. C'è solo il libretto di Luigi Previdali, presso la biblioteca comunale Passerini Landi". Zamori racconta una storia complicatissima di troni usurpati, di spose rapite, nel contesto di scontri tra indù e musulmani. Il cast comprendeva otto solisti, tra cui il sopranista Girolamo Crescentini e il sig. Felice Vergè come Prima Donna. Nell'opera non mancavano le affollate scene corali, che erano tra le cifre stilistiche del Mayr. "Purtroppo non c'erano giornali a recensire l'avvenimento, ma immagino che i piacentini siano rimasti a bocca aperta. Un po' per il tema, di argomento esotico ed inusuale, un po' per la trama ricca di intrecci, un po' per la novità delle musiche, ma anche per lo sfarzo faraonico delle scene". Genesi ha verificato notevoli discordanze tra quanto scritto dal Previdali e quanto affidato agli interpreti. "Il librettista e il musicista evidentemente non hanno lavorato insieme. Forse il Previdali, che era poeta della corte di Vienna, ebbe margini di tempo ridotti". L'opera è in due atti, tra i quali andò in scena - come Entr'acte per far riposare i cantanti - il balletto Eraldo ed Emma, ossia il giudizio di Carlomagno, altra imponente scena di massa, come il coro delle ancelle della principessa Palmira, la Marcia funebre al supplizio o il coro dei soldati.
L'orchestra era formata da una sessantina di elementi, parte in sala, parte sul palco. "Mayr conosceva bene la strumentazione. Zamori presentava in particolare parti difficili per gli strumenti a fiato. Ne utilizzava anche alcuni strani, come il serpentone. Probabilmente, visto il tema esotico, oltre ai fiati, un ruolo lo avranno avuto pure la grancassa, i timballi (o timpani) e altre percussioni". L'opera inaugurata a Piacenza non fu tra i successi mayriani, contrariamente alla Lodoiska (a Venezia e alla Scala, ultima apparizione sulle scene del celebre soprano piacentino Brigida Banti), Medea in Corinto (al San Carlo di Napoli, nel tempo eclissata dall'analoga opéra-comique del Cherubini) o Adelasia e Aleramo ( trionfo alla Scala). Genesi non esclude che le fortunate rappresentazioni scaligere di Mayr siano tra i motivi del suo incarico a Piacenza, per inaugurare un teatro, non a caso voluto molto simile come architettura al progetto del Piermarini. Il 1804 è un anno cruciale per la biografia del maestro bavarese, che di lì a poco si trasferirà definitivamente da Venezia a Bergamo. In settembre sposa in seconde nozze Angela Venturali: "I duetti d'amore di Zamori rispecchiano la condizione del suo animo in quel periodo". Poco dopo il compositore istituirà le Lezioni caritatevoli di musica, istituzione benefica essenziale per la formazione di generazioni di musicisti, tra i quali Gaetano Donizetti e Felice Moretti, il futuro padre Davide da Bergamo di Santa Maria di Campagna.
Anna Anselmi