Martedì 17 Maggio 2005 - Libertà
"Dal violino il respiro orchestrale"
Municipale - Parla il direttore bulgaro che da venerdì guiderà la "Toscanini" nel dittico verista. Il maestro sul podio per "Cavalleria" e "Pagliacci"
Trent'anni dopo ritornano insieme al Municipale Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni e Pagliacci di Ruggero Leoncavallo per la stagione operistica proposta dalla Fondazione Toscanini in collaborazione con l'Amministrazione comunale e Fondazione di Piacenza e Vigevano. Anteprima per le scuole venerdì 20 maggio (ore 15,30), fuori abbonamento domenica 22 (ore 15,30), "prima" martedì 24 (20,30 turno A) e replica giovedì 26 (20,30 turno B). Per l'occasione è schierata una compagnia di canto prevalentemente giovane ma con nomi già affermati: Elisabetta Fiorillo come Santuzza, Renzo Zulian è Turiddu, Alberto Mastromarino fa Alfio e Tonio, Serena Pasqualini è mamma Lucia, Tiziana Carraro nei panni di Lola, Claudia Toti Lombardozzi è Nedda, Giorgio Trucco è Beppe, Luca Salsi fa Silvio e Josè Cura, tenore argentino, star indiscussa del panorama mondiale, è Canio. Cura, come noto è anche compositore e direttore d'orchestra. Il pubblico piacentino ha potuto apprezzarlo sul podio del Ballo in maschera ospitato a Piacenza Expo. Il Coro del Municipale è diretto dal maestro Corrado Casati. L'Orchestra della Fondazione Toscanini è diretta dal maestro Julian Kovatchev. Nato a Sofia, Kobatchev si è dedicato fin da bambino allo studio del violino. In Germania e poi a Salisburgo (Austria) ha completato gli studi musicali. Decisivo l'incontro con il Herbert von Karajan nell'Orchestra Filarmonica di Berlino. "Forse per noi di origine bulgara Karajan aveva una particolare simpatia - dice Julian Kovatchev - Era generoso e disponibile. Quel che si racconta del grande direttore, carismatico, egocentrico, fa parte della leggenda. In verità era un uomo generoso, prima di chiedere dava tanto, sapeva quanto sia importante il rapporto umano nella prestazione artistica". Anni di esperienza importante in orchestra dal '75 all'80 e intanto il perfezionamento per la direzione. Nell'85 il debutto in Italia. Tanti concerti e poi l'opera. "L'esperienza in orchestra - dice il maestro Kovatchev - è fondamentale per chi sta sul podio a dirigere. Questa esperienza mi consente di conoscere le esigenze di chi dipende dal mio gesto. E' un rapporto basato sulla fiducia e il rispetto. Mi sento tutt'uno con loro che a loro volta non devono sentirsi come bambini di fronte al leone. Ci vuole tanta umiltà nel nostro lavoro. Noi siamo esecutori, interpreti di un pensiero musicale d'altri che dobbiamo restituire al pubblico nel miglior modo possibile". Da anni il maestro collabora con la Fondazione Toscanini, è direttore ospite dell'Opera di Zagabria e Sofia. Il violino è rimasto forse per sempre nella custodia. "Al violino devo tanto - ricorda il maestro - Uno strumento bellissimo che richiede una dedizione costante, un esercizio quotidiano. Qualche volta mi prende la nostalgia, mi faccio prestare lo strumento da un maestro dell'orchestra, mi provo, ma le mani hanno perso agilità. Il violino mi ha insegnato il respiro dell'orchestra". Del maestro Karajan cita il detto "estasi controllata" per dire l'impegno di dare il massimo senza debordare. "Cavalleria e Pagliacci hanno una musica adorabile - dice - una musica generosa, ricca, che noi dobbiamo restituire in tutta la sua pienezza. Un compito non facile".
Gian Carlo Andreoli