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Venerdì 29 Aprile 2005 - Libertà

Mutò la storia della psicologia italiana

Biografia di un maestro

Franco Fornari, medico chirurgo, psichiatra e psicoanalista (Rivergaro-Piacenza 1921 - Milano 1985). Il suo insegnamento e le sue ricerche hanno mutato la storia della psicologia nel nostro Paese, rompendo la tradizionale separazione che ha caratterizzato in Italia il rapporto fra psicologia e psicoanalisi, fra sperimentazione e clinica. Allievo di Cesare Musatti, presidente della Società psicoanalitica italiana, Franco Fornari esordì introducendo in Italia il pensiero e le idee di Melane Klein. I suoi primi scritti approfondiscono la dimensione psicotica originaria dell'uomo sia in riferimento allo sviluppo psichico ("La vita affettiva originaria del bambino, 1963"), sia riguardo al trattamento della schizofrenia e della depressione, la dinamica dei gruppi e la conflittualità sociale ("Nuovi orientamenti nella psicoanalisi, 1966"). La convinzione kleniana di Fornari raggiunge il suo apice nelle esemplari ricerche sulla guerra ("Psicoanalisi della guerra atomica, 1964"; "Psicoanalisi della guerra, 1966"; "Dissacrazione della guerra, 1969"; "Psicoanalisi della situazione atomica, 1970"): la guerra originerebbe dalla proiezione all'esterno di un pericolo interno e dalla negazione ed alienazione della morte in un'entità esterna persecutrice, che occorre distruggere per poter sopravvivere. Il successivo indirizzo di ricerca ebbe come tema la sessualità in relazione ai processi di simbolizzazione affettiva. In "Genitalità e cultura" (1975) Fornari riconsidera il concetto di perversione, ponendo la cultura come antitetica non alla sessualità, come aveva sostenuto Freud, ma alla pregenitalità, che si costituirebbe sulla base di un difetto di simbolizzazione di natura infantile e sul primato degli impulsi distruttivi nel comportamento. Fornari rivisita inoltre le teorie psicoanalitiche in termini cognitivi, gettando le basi di una vera e propria antropologia psicoanalitica, utilizzabile anche da non psicoanalisti. La teoria "coinema" (gr. "Koinòs", comune) la cui unità minima di significazione affettiva, il coinema, unisce gli affetti ai codici linguistici presiedendo alle varie forme di comunicazione, è proposta da Fornari come strumento e procedura metodologica, che consentirebbe di applicare la psicoanalisi ad una vasta gamma di fenomeni culturali (parole, immagini, comportamenti).

Da: "Enciclopedia di Repubblica", Roma, 2003

Franco Borgogno

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