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Lunedì 12 Settembre 2005 - Libertà

L'Angil dal Dom “vola” sugli Scalabriniani

l prestigioso riconoscimento della Fondazione di Piacenza e Vigevano
è stato consegnato dal presidente Giacomo Marazzi.
Il vescovo Monari: «Una congregazione con la missione di aiutare il prossimo»

Piacenza - Per il 2005 l'Angil dal Dom si è fatto in tre. Tante, infatti, sono le famiglie scalabriniane a cui quest'anno, in occasione del centenario della morte del beato Scalabrini, è stato assegnato il prestigioso riconoscimento della Fondazione di Piacenza e Vigevano
. A ricevere il premio ieri mattina, nell'ambito della celebrazione della Festa dal Dom, in rappresentanza di tutte e tre le famiglie, è stato il superiore degli Scalabriniani padre Sisto Caccia (tra l'altro Antonino d'oro 2005). Caccia ha voluto innanzitutto ricordare alla comunità piacentina l'esempio e il segno lasciati dal beato Giovanni Battista Scalabrini che ha fatto del dramma degli emigranti il significato della propria esistenza. «Il premio va all'intuitività di Scalabrini» ha detto infatti Caccia. piacenza Per il 2005 l'Angil dal Dom si è fatto in tre. Tante, infatti, sono le famiglie scalabriniane a cui quest'anno, in occasione del centenario della morte del beato Scalabrini, è stato assegnato il prestigioso riconoscimento della Fondazione di Piacenza e Vigevano
. A ricevere il premio ieri mattina, nell'ambito della celebrazione della Festa dal Dom, in rappresentanza di tutte e tre le famiglie, è stato il superiore degli Scalabriniani padre Sisto Caccia (tra l'altro Antonino d'oro 2005). Caccia ha voluto innanzitutto ricordare alla comunità piacentina l'esempio e il segno lasciati dal beato Giovanni Battista Scalabrini che ha fatto del dramma degli emigranti il significato della propria esistenza. «Il premio va all'intuitività di Scalabrini» ha detto infatti Caccia.
«È da lui - ha continuato Caccia - che le famiglie scalabriniane hanno imparato lo zelo gratuito verso gli altri, lo spirito di soccorso e l'attenzione per i problemi degli emigranti». E sono proprio lo spirito generoso, la tensione verso le problematiche degli emigranti e l'impegno in tutto il mondo che hanno fatto guadagnare agli Scalabriniani il prestigioso premio tutto piacentino.
«Gli Scalabriniani sono un po' come gli angeli - ha commentato il vescovo di Piacenza monsignor Luciano Monari. Sono cioè la testimonianza della vicinanza di Dio agli uomini. Sono persone - ha continuato - che hanno fatto della loro vita uno strumento di sostegno e di aiuto per gli altri. E, poiché con il passare del tempo di angeli ci sarà sempre più bisogno, l'augurio è che gli Scalabriniani possano continuare nel loro impegno». Anche monsignor Anselmo Galvani, parroco della Cattedrale, ha ricordato degli Scalabriniani «la natura generosa, lo spirito di accoglienza e la bontà».
A consegnare l'Angil, per la prima volta in veste di presidente della Fondazione
alla Festa dal Dom, è stato Giacomo Marazzi. Il presidente della Fondazioneha parlato di «gioia ed onore» nell'assegnare alle famiglie di Scalabrini l'importante riconoscimento. «È per la loro generosità che gli Scalabriniani si sono distinti a Piacenza e nel mondo», ha commentato il presidente della Fondazione
.
La consegna del premio, avvenuta sul sagrato del Duomo al termine della Santa Messa, è stata seguita dalla tradizionale scalata del campanile per la deposizione ai piedi dell'Angil di un mazzo di fiori. A salire la torre del Duomo quest'anno sono stati il presidente della sezione piacentina del Cai Lucio Calderone e l'istruttore di alpinismo Pietro Agosti. La cerimonia, come sempre fortemente partecipata dalla comunità piacentina, rappresentata ieri anche dalle tante autorità civili e militari presenti, si è poi conclusa con un rinfresco all'ombra del Duomo.
Il premio dell'Angil è stato istituito dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano
e viene assegnato ogni anno, nell'ambito della Festa dal Dom, a un piacentino che si è distinto all'estero. L'anno scorso il prestigioso premio è stato consegnato al cardinale Ersilio Tonini in occasione del suo novantesimo compleanno.

Emanuela Villa

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