Giovedì 24 Novembre 2005 - Libertà
Lo scrittore-giornalista piemontese a ruota libera:
da Salò a Berlusconi, dal "Bestiario" ai "nuovi barbari"
Un'intervista a Giampaolo Pansa non segue il copione canonico della domanda e risposta. È purtroppo (o per fortuna) molto più impegnativa. Perché lui non si limita a replicare con la sua verve pungente, ma incalza l'interlocutore con mille contro-domande, osservazioni critiche rispetto ai quesiti che gli vengono posti. E se - come è capitato nella lunga chiacchierata che riportiamo in questa stessa pagina - avverte un dubbioso silenzio nell'ascolto delle sue risposte, subito rimbecca chi lo sta interrogando: "Sento di non averla convinta, mi spieghi il motivo". Ecco perché non è difficile prevedere quanto sarà interessante (e affollato) l'incontro con il giornalista-scrittore organizzato questa sera (ore 21) all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano (via Sant'Eufemia) nell'ambito delle serate dedicate ai "testimoni del tempo".
Si parte da "Sconosciuto 1945", il discusso volume in cui Pansa si occupa delle vendette consumate dopo il 25 aprile e racconta di come la memoria degli sconfitti nella guerra civile italiana sia persino più pesante delle tragedie che l'hanno preceduta. Un libro che segue a un altro dedicato allo stesso argomento, "Il sangue dei vinti, che ha sfondato il tetto delle 400mila copie vendute. Aprire queste pagine "difficili" della storia d'Italia (e per di più nell'ottica, inedita, di un intellettuale di sinistra) ha creato non pochi problemi allo scrittore. Ma lui replica piccato di aver semplicemente «riempito un vuoto che andava colmato».
Del resto, il bello di una serata (come di un'intervista) con l'eclettico giornalista piemontese - come lui stesso riconosce, con un briciolo di compiacimento - è che non si può mai sapere che cosa dirà. Perché Pansa è uomo di sinistra, non ci sono dubbi, ma è anche uno spirito libero, capace di sorprendere con i suoi giudizi graffianti e mai scontati. E questo lo rende decisamente peculiare rispetto ad altri grandi firme del nostro giornalismo di cui, dall'attacco di un "pezzo", è quasi scontato sapere dove andranno a parare. Un "cane sciolto" che non risparmia bacchettate nemmeno alla sua parte politica: una sinistra che sta in piedi solo «grazie alla volontà e alla tenacia di Prodi» e che non accetta critiche, «neppure quelle amichevoli e non prevenute». C'è da star certi che anche questa sera Pansa contagerà la platea piacentina con l'arguto e pungente spirito del suo "Bestiario", la rubrica che cura da più di vent'anni sull'Espresso. Magari con qualche provocazione, ma certamente senza ovvietà e cerchiobottismi.