Venerdì 25 Novembre 2005 - Libertà
Conferenza alla Fondazione
Lo stile Liberty e la poesia di Guido Gozzano
Stefano Fugazza ha esplorato il clima artistico
dell'Italia tra fine '800 e inizio '900, seguendo il filo conduttore
di poesia, pittura, scultura e musica
Le arti al tempo di
Guido Gozzano, ossia le arti nel periodo Liberty, sono state
protagoniste del secondo incontro, ieri all'auditorium della
Fondazione di Piacenza e Vigevano, del ciclo dedicato al poeta
torinese, tra i massimi esponenti del crepuscolarismo. La volta
scorsa era stata presentata la produzione poetica di Gozzano, nei
suoi motivi ispiratori e nei suoi aspetti principali. Ieri, con la
guida di Stefano Fugazza, direttore della Galleria d'arte
moderna Ricci Oddi, si è esplorato il clima artistico dell'Italia
tra fine '800 e inizio '900, seguendo il filo conduttore degli
incontri, promossi da Fausto Frontini, sui punti di tangenza
tra poesia, pittura, scultura e musica.
Fugazza è così tornato a
parlare del Liberty, sul quale aveva già tenuto una conferenza
all'interno del trittico su Gabriele D'Annunzio anteponendo,
al discorso più specifico sulla declinazione italiana dell'Art
Nouveau, considerazioni generali sui rapporti tra letteratura e arti
figurative.
Relazioni che si sono sempre intrecciate, ma in
alcuni momenti - ha spiegato il direttore della "Ricci Oddi" - in
modo più evidente. E' il caso ad esempio degli anni tra '800 e '900,
pur con i tanti necessari distinguo. «D'Annunzio si occupò
direttamente di arti figurative, scrivendo anche testi di carattere
critico», ha ricordato Fugazza. Diversa la vicenda di Gozzano:
«Nella sua opera possiamo però comunque riscontrare un legame
iconografico tra la poesia e certe caratteristiche del
Liberty».
A questo proposito il relatore ha citato l'ultimo
poemetto, rimasto incompiuto, intitolato Le Farfalle, insetti
che costituiscono «un elemento fondamentale dell'immaginario
Liberty, non tanto nella pittura, quanto nelle arti decorative, come
la ceramica e il ferro battuto». Fugazza ha inoltre precisato come
«le buone cose di pessimo gusto», delle quali Gozzano scrive ne
L'amica di nonna Speranza e anche ne La signorina
Felicita, sono spesso erroneamente identificate con il Liberty,
quando invece fanno riferimento al salotto borghese di metà '800,
quando il Liberty non era ancora nato.
Le coordinate
cronologiche di quest'ultimo sono infatti comprese convenzionalmente
tra il 1895 e il 1915, con l'apice nel 1902, in concomitanza con
l'Esposizione di Torino. Il viaggio attraverso il Liberty è poi
approdato nelle sale della Galleria Ricci Oddi, tra i quadri di
Giulio Aristide Sartorio e Adolfo De Carolis, con una
tappa fino a Palazzo Esperia di Alessandria, dove è in corso la
mostra Sogni. Visioni tra simbolismo e liberty, curata da
Vittorio Sgarbi.
a. ans.