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Sabato 21 Gennaio 2006 - Libertà

Nel Duemila la genetica nuova frontiera della ricerca scientifica

Se l'Ottocento fu il secolo della chimica ed il Novecento della fisica, il XXI potrebbe essere quello della genetica. All'alba di un nuovo millennio la biologia sta indubbiamente rivoluzionando il proprio statuto, modificando radicalmente prassi e metodologie e, in prospettiva futura, manipolando il patrimonio cromosomico può addirittura creare individui in laboratorio.
Tra feroci polemiche verrebbero così stravolte leggi naturali, consuetudini sociali, convinzioni etiche e religiose. Contesto senza dubbio problematico ma apprezzando bontà degli sforzi di molti studiosi, soprattutto attuando una corretta e tempestiva informazione si può ovviare a molte incomprensioni. Nella conferenza "La scienza della vita e nuova cittadinanza", tenuta l'altra sera alla Fondazione di Piacenza e Vigevano, Carlo Alberto Redi, docente all'Università di Pavia e componente di alcune tra le più apprezzate equipe di studi ed applicazioni di genetica, ha tentato di dimostrare necessità ed utilità della moderna ricerca scientifica, la "nuova cittadinanza" teorica, civile e morale che dovrebbe acquisire la genetica.
Il Dna costituisce il genoma - il complesso dei geni di un individuo cioè - e potenzialmente potrebbe rigenerarsi ma tali opportunità non sono tuttora sfruttate per evidenti limiti teorici. Spesso i genomi costituiscono valore aggiunto come nel caso degli Ogm, organismi geneticamente modificati, che tra l'altro partecipano attivamente alla ricostruzione dell'ecosistema nonostante le vivaci critiche. Ma per Redi le neurotecnologie possono aiutare per esempio la neurochirurgia, contenere epilessia e morbo di Parkinson, costruire protesi uditive, stimolatori cardiaci o curare le ustioni.
Perché l'opinione pubblica deve comprendere come non esista determinismo genetico, è l'evoluzione della società che decide e condiziona il progresso scientifico così come dall'interazione tra genotipo ed ambiente deriva il fenotipo, cioè l'insieme delle caratteristiche morfologiche di un individuo in particolari momenti della vita.
Le staminali poi, cioè le cellule indifferenziate che concrescendo rafforzano vari tessuti, potrebbero sostituire la sperimentazione embrionale riducendo così complesse questioni bioetiche. Data l'importanza della genetica Redi propone quindi una reductio ad unum, l'introduzione di una genetic report card, una carta d'informazione genetica perché mai come in questo campo ed in questa epoca comunicazioni chiare e "fredde" sono oltremodo insostituibili e fondamentali.

f.bia.

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