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Venerdì 24 Febbraio 2006 - Libertà

La bufera napoleonica che sconvolse Piacenza

Presentato all'auditorium della Fondazione il libro di Gian Franco Scognamiglio

Rivoluzionando completamente lo statico assetto dell'ancien regime, la bufera napoleonica sconvolse non solo gran parte del vecchio continente ma anche la secolare tranquillità di alcune cittadine di provincia come, purtroppo, Piacenza.
Nel volume San Napoleone. Le vicende di una città e di una chiesa nel 1806 (Editoriale Libertà) lo scrittore e giornalista piacentino Gian Franco Scognamiglio, con consueto rigore cronachistico ed identica passione di altre sue importanti ricerche, ricostruisce i moti di ribellione di quel turbolento periodo instaurando anche un confronto con i tragici e simili avvenimenti della seconda guerra mondiale. La presentazione del volume è avvenuta ieri all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano, moderatore Pierangelo Torlaschi con, oltre all'autore, gli storici piacentini Ettore Carrà, Pietro Chiappelloni e Giorgio Fiori.
Per Torlaschi «è un libro interessante, ricco di spunti che possono essere discussi anche oggi, come per esempio se Napoleone abbia portato qualcosa di positivo o negativo». Carrà, basandosi su documenti d'epoca faticosamente reperiti, ha invece rievocato la barbara esecuzione avvenuta in piazza Cittadella di un orgoglioso ed impavido capo dei rivoltosi, Agostino Daturi di Ziano, esattamente due secoli fa, il 19 febbraio 1806.
Chiappelloni ha ribadito il valore del libro e riflettuto su quale fosse l'incidenza dei parroci. Scognamiglio ha ricordato come «in caso di calamità i campanili davano segnali d'allarme per indicare l'arrivo dei "rastrellatori". Infatti l'insurrezione dei montanari piacentini del 1806 ha terrorizzato Napoleone che giudicava gli italiani "gente falsa". Iniziatori della rivolta furono probabilmente alcuni tagliaboschi che per lavoro si recavano nel lombardo-veneto ma il vero inizio era da collocarsi addirittura nel 1796 quando Napoleone entrò senza sparare un colpo a Piacenza, vera e propria "catapulta" per conquistare Milano e la prosperosa pianura Padana da tempo promessa alle sue affamate e cenciose truppe.
Fiori ha invece sottolineato «una particolare caratteristica del volume: pur raccontando le vicende del dominio napoleonico instaura un costante parallelismo tra quanto è avvenuto a livello di reazione fra i ribelli locali e quanto è successo nel 1944-'45. E' tuttavia un paragone ardito perché ogni avvenimento ha una propria specificità».
Libro interessante e ricco di notizie inedite, San Napoleone - nome dato alla chiesa piacentina di San Francesco - illumina momenti critici della storia piacentina esaltando soprattutto l'eroismo di molti partigiani che, sia nel 1806 che nel 1944-'45, si sacrificarono per la libertà e la democrazia.

Fabio Bianchi

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