Mercoledì 1 Marzo 2006 - Libertà
Presentato il libro di Luigi Poggioli
Da Farini in Turingia nell'esercito di schiavi agli ordini di Hitler
Una memoria individuale che si fa collettiva. E' libro Lager 7. Storia della mia giovinezza interrotta di Luigi Poggioli, presentato ieri pomeriggio all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. All'incontro sono intervenuti, oltre all'autore, anche Fabrizio Achilli e Carla Antonini, rispettivamente presidente e direttrice dell'Istituto storico della resistenza e dell'età contemporanea (Isrec).
In Lager 7 si legge di un ragazzo di soli diciassette anni, studente, che si trova, in un giorno di luglio del 1944, catturato in un rastrellamento a Bolgheri di Farini, dove stava trascorrendo le vacanze estive. Per lui e per altri compaesani compagni di sventura sarà il primo passo verso l'inferno del lager di Kahla, in Turingia, manodopera schiava per costruire una delle più potenti "armi segrete" di Hitler, un cacciabombardiere a reazione. Tra fame, freddo, umiliazioni e fatiche disumane, quel giovane piacentino sopravviverà per quasi un anno, fino alla liberazione.
Quarantasei anni dopo, Luigi Poggioli deciderà di tornare in quei luoghi della Germania così segnati dalla morte e dal dolore, promettendo davanti al monumento alle seimila vittime decedute nel campo di lavoro di Kahla di consegnare alla pagina scritta i suoi ricordi. Per la commozione, «intorno a me non vidi altro - racconta - che bianche braccia scheletriche che si alzavano imploranti, occhi spenti e mute bocche che mi ammonivano, perché solo io ero vivo, mentre tutti loro erano morti e indegnamente ignorati. Quando mi ripresi da quei terribili minuti, mi convinsi che a quei morti dovevo il mio contributo per ristabilirne l'incredibile tragedia, completamente ignorata dalle istituzioni italiane».
Così è nato il libro Lager 7. Storia della mia giovinezza interrotta, edito dalla editrice Scritture, diretta da Eugenio Gazzola, con il contributo di coop Piacenza 74, presieduta da Fabio Salotti. Folta la presenza di pubblico ieri, proveniente soprattutto da Farini, il cui sindaco Antonio Mazzocchi, rivolgendo un saluto, ha sottolineato il valore della testimonianza di Luigi Poggioli, per conoscere l'alto tributo pagato alla guerra anche dall'alta Valnure.
Achilli ha rievocato l'incontro con il manoscritto, avvenuto tramite lo storico Piero Castignoli. La scelta di pubblicarlo è stata motivata - ha spiegato Achilli - dal tipo di scrittura («senza orpelli, senza retorica, senza smania di apparire e di amplificare, una memoria che si sente sofferta, ma coglie il senso più vero del dramma umano non di una singola persona ma di una generazione») e dal notevole interesse storiografico per essere all'incrocio di vicende molteplici (guerra partigiana, rastrellamenti sull'Appennino e sistema concentrazionario tedesco). «Questa pubblicazione permette di partire da una vicenda personale sofferta, per farne un tema di studio, di approfondimento».
Completa il volume il saggio di contestualizzazione storica di Carla Antonini, che ieri si è soffermata sui suoi contenuti e la loro articolazione. Con il libro di Poggioli l'Isrec ha inaugurato la nuova collana Quaderni di Studi piacentini - Studi e documenti, che affiancherà la pubblicazione della rivista Studi piacentini.
Anna Anselmi