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Giovedì 16 Marzo 2006 - Libertà

Fiorucci: «La mia rivoluzione nella moda»
«Lo shopping non compulsivo è una terapia che porta buon umore»

Intervista allo stilista, talent scout e imprenditore che domani sera sarà ospite dei "Testimoni del tempo"

E' il momento di un nuovo ospite per la rassegna I testimoni del tempo: e senza dubbio si tratta del nome più "fashion" dell'iniziativa, visto che domani alle 21 l'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano avrà il piacere di ospitare Elio Fiorucci, stilista, talent scout, imprenditore e intelligente comunicatore, proprietario del famoso logo ormai conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. L'avventura di Elio Fiorucci iniziò con l'inaugurazione dell'ormai primo mitico store di Milano, aperto in piazza San Babila nel 1967 e oggi, a distanza di quasi 40 anni, la storia del marchio può essere ripercorsa in lungo e in largo, col rischio forse di perdersi tra immagini e ricordi, ma con la certezza di individuare nello sfolgorante successo della griffe la cifra distintiva del marchio firmato "Elio Fiorucci".
Ad un osservatore privilegiato come lei non si può non domandare in prima battuta che rapporto crede intercorra tra moda e società: l'una influenza l'altra? O forse la moda appartiene ad un universo alternativo e distante, perchè irrimediabilmente patinata ed estranea alla realtà?
«La moda è sicuramente una comunicazione precisa della nostra personalità e pertanto credo di poter dire che essa costituisca una sorta di scrittura valida per esprimere la cultura di ognuno di noi, ed è assolutamente reale».
I suoi stores sono delle vere e proprie wonderlands... che filosofia sottostà a questa scelta della moda, meglio, dello shopping, inteso come immersione?
«Il negozio è il luogo delle emozioni: di più, penso che uno shopping non compulsivo possa configurarsi come una terapia in grado di portare buon umore».
Mi pare innegabile nella proposta Love Therapy by Elio Fiorucci uno stretto legame all'estetica della pop art: è d'accordo? E ancora, cos'è pop per lei?
«Sicuramente la pop art ha influenzato il mio immaginario; per me pop art è il bello disponibile per tutti. Un bello che fortunatamente viene riconosciuto dalle masse e messo a disposizione delle masse».
Parlando di pop art (e si potrebbe ricordare al proposito la sua amicizia con Warhol e Keith Haring), mi domandavo se esistono stilisti o designer ai quali riconosce un'influenza nel suo stile...
«Tutti siamo influenzati da tutto, la contaminazione è fondamentale nella moda».
Nella moda è certo importante la comunicazione: da questo punto di vista le strategie di Elio Fiorucci sono state sempre molto innovative e d'effetto. Tutti ricorderanno la celebre modella con le manette di peluche ai polsi ad esempio... mi chiedevo allora su quali cardini poggino le strategie comunicative del suo logo e a quale target esse intendano rivolgersi...
«La comunicazione a cui si conformava il messaggio della mia moda era rivolta a proporre un cambio di costume: ciò che mi ero proposto era una vera e propria rivoluzione che portasse alla libertà, stimolando la gioia di vivere».
Quali possibilità concrete esistono oggi per i giovani studenti di moda?
«Moltissime, basta aggiungere alla passione anche il talento».
Una domanda secca: l'abito fa il monaco?
«Al contrario è il monaco che fa l'abito».
Questo è forse un quesito indelicato, ma penso di interpretare la curiosità di molti: che effetto le ha fatto chiudere il mitico negozio in San Babila per fare spazio ad H&M?
«Una grande gioia: vedere nel mio storico negozio proseguire un'attività meravigliosa come quella di H&M, che vende le cose più belle per i giovani a prezzi bassissimi. Questa è veramente un'attività sociale!»

Salvatore Mortilla

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