Fondazione di Piacenza e Vigevano Stampa
  Rassegna Stampa
spazio
  Comunicati Stampa
spazio
  Eventi Auditorium Piacenza
spazio
  Eventi Auditorium Vigevano
spazio
  Comunicazione
spazio

 
Home Page     Rassegna Stampa   


Lunedì 27 Marzo 2006 - Libertà

Ospite della rassegna "Scrivere l'arte"

Zucca racconta il quadro di Cadorin alla Ricci Oddi

Giovanni Zucca, piacentino d'origine ma trapiantato a Milano ormai da qualche anno, siamo arrivati al penultimo incontro del ciclo Scrivere l'arte promosso dalla galleria Ricci Oddi con il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Il caso di Giovanni Zucca è il caso non infrequente di un autore che si interessa anche delle scritture altrui: da anni infatti legge romanzi in lingua per consigliare o sconsigliare a editori italiani la pubblicazione nel nostro paese, talvolta prestando la sua opera anche come traduttore. Per quanto riguarda invece la sua produzione ricordiamo racconti che hanno ottenuto premi importanti (Mystfest, Noir in Festival, Orme Gialle, Ghostbusters) e sono stati pubblicati su periodici come il Giallo Mondadori, Segretissimo e M-Rivista del Mistero oppure in antologie (tra le più recenti Killers & Co. e Fez, Struzzi e Manganelli, entrambe edite da Sonzogno e Delitti d'amore, edita da Mondadori).
L'opera scelta da Zucca per trarre ispirazione è stata un ritratto, "Il parroco dell'Angelo Raffaele" (1917) di Guido Cadorin, che fu acquisita dal museo cittadino nel 1943 non per opera diretta di Giuseppe Ricci Oddi, morto da qualche anno, ma dell'architetto Arata che seguiva alla perfezione lo spirito del collezionista. Si tratta di una figura solida, con la fronte e le spalle larghe, che Giovanni Zucca è stato in grado di far parlare alla perfezione riportandola in vita in forma fantasmatica. La narrazione infatti procede dall'incontro tra un giovane manager che deve prendere una decisione vantaggiosa per la sua azienda ma terribile per centinaia di lavoratori e questo prete che si presenta come assolutamente reale pur essendo ormai uno spirito.
Sarà proprio il prete, con il suo insegnamento e il suo racconto, a indirizzare la scelta del manager, mentre solo in seguito, dall'incontro con un altro sacerdote, scopriremo che la prima figura era appunto un fantasma che ancora aleggia nella chiesa in cui operava dispensando conforto e consigli ad anime in pena.
Zucca, introdotto oltre che dal direttore Stefano Fugazza e anche dal giallista piacentino Giancarlo Pagani, ha coinvolto i presenti grazie a una prosa ritmata e puntuale in grado di restituire il fascino dell'opera, oltre che a una lettura di qualità.
Come ha ricordato Pagani dopo l'incontro il fatto di aver «fatto parlare» questa figura che avevamo sempre e solo visto è il maggior complimento che si può fare a questo racconto così in linea con il progetto allestito da Stefano Fugazza. Al termine, inoltre, grazie al Lions Club Sant'Antonino è stato possibile fermarsi ancora una volta per un brindisi.
L'appuntamento è ora per domenica prossima, ultimo incontro del ciclo, quando alle 10.30 sarà la volta di Paolo Bianchi. Sarà così l'occasione per vedere presentato in anteprima il nuovo libro dello scrittore milanese e di sentire parlare di un'opera, il "Ritratto di Giuseppina Borghi" (1901) di Luigi Conconi, su cui sono state fatte recentemente scoperte non ancore rese pubbliche.

Gabriele Dadati

Torna all'elenco | Versione stampabile

spazio
spazio spazio spazio
spazio spazio spazio