Lunedì 10 Aprile 2006 - Libertà
Piacenza jazz fest - Gran finale ieri allo spazio Le Rotative, al secondo posto Venuto e al terzo Favara
Giuria e pubblico premiano Danise
Gennai "miglior donna" e a tutti va il Premio Libertà
PIACENZA - Enzo Danise, un pianista napoletano di 26 anni che sembra ancora più giovane della sua età e suona con un lirismo di lancinante intensità che ricorda lo stile di Brad Mehldau, è la rivelazione del concorso nazionale "Chicco Bettinardi" per i nuovi talenti del jazz italiano, organizzato dal Piacenza Jazz Club in memoria di un grande amico scomparso. Al concorso, Danise ha fatto l'en plein: si è portato a casa i mille euro del primo premio, ma anche il premio del pubblico. E ha mostrato di che pasta era fatto ieri sera, partecipando alla grande festa in musica animata dalle suggestive multivisioni di Giancarlo Carraro che, allo spazio Le Rotative di via Benedettine, ha chiuso la terza edizione del Piacenza jazz fest, organizzata dal Piacenza Jazz Club con gli assessorati alla cultura di Comune e Provincia, la Fondazione di Piacenza e Vigevano ed Editoriale Libertà.
Danise, che ha accolto con emozione l'annuncio della vittoria, accompagnato da due grandi jazzisti come Attilio Zanchi al contrabbasso e Massimo Manzi alla batteria, ha ipnotizzato il pubblico con l'intensissimo lirismo della classica My romance di Rodgers, riarrangiata fino a sembrare una creazione nuova. Gli è stata consegnata da Donatella Ronconi, presidente di Editoriale Libertà, anche la targa del nostro Premio Libertà, che è stato consegnato anche al secondo e al terzo classificato al concorso Bettinardi: si trattava, rispettivamente, del chitarrista catanese Carmelo Venuto, 22 anni, (vincitore di un premio di 600 euro) e del pianista Vito Favara, 30 anni, siciliano trapiantato a Firenze (vincitore di un assegno di 300 euro). Anche loro hanno suonato: Venuto, accompagnato dal pianista Roberto Cipelli oltre che da Zanchi e Manzi ha deliziato con lo standard My funny Valentine riletto con una verve alla John Scofield, mentre Favara ha mostrato la sua classe con una rivisitazione molto originale di Yesterdays di Kern. Si è esibita anche una cantante: Federica Gennai, 28 anni, pistoiese di Pescia e finalista del "Bettinardi", alle prese con una versione avant-garde, che a tratti evocava Patty Waters, di Goodbye pork pie hat di Charles Mingus; oltre al Premio Libertà, Gennai ha ricevuto da Manuela Bruschini, assessora comunale alle pari opportunità, il premio di 500 euro per la migliore concorrente donna del "Bettinardi".
I primi tre classificati di questa edizione del concorso "Bettinardi" erano stati scelti la sera prima al termine della finale svoltasi al conservatorio Nicolini. La scelta della giuria (presieduta dal maestro Giuseppe Parmigiani e composta anche da Zanchi, Cipelli e Manzi, dai musicologi Giuseppe "Jody" Borea e Luca Bragalini e dal giornalista Oliviero Marchesi) è stata unanime nel consegnare a Danise la corona del vincitore. Ma è stata ugualmente una scelta dolorosa, perché hanno fatto mostra di un talento autentico anche gli altri quattro finalisti: l'estroverso pianista foggiano Antonio Prencipe, i saxofonisti Marco Ferri di Modena e Florindo Grillo di Cremona e il primo piacentino a finire in una finale del "Bettinardi": Giuliano Ligabue, 27 anni, chitarrista di Cortemaggiore.
La chiusura a Le Rotative è stata all'altezza di un festival ruggente. Le esibizioni dei quattro premiati erano state precedute da un concerto con il talentuosissimo vibrafonista marchigiano Marco Pacassoni, vincitore del "Bettinardi" dell'anno scorso, e con un ospite d'eccezione: il virtuoso americano della chitarra Garrison Fewell. Ad aprire le danze è stato il trio Cipelli-Zanchi-Manzi, che prima ha suonato con l'eccellente sax tenore di Gianni Azzali (che, in qualità di presidente del Piacenza Jazz Club, ha anche presentato la serata) e poi con Fewell. Quindi è uscito Cipelli ed è arrivato Pacassoni, virtuoso di scuola Gary Burton, che ha distillato meraviglie con Fewell su tre brani di quest'ultimo (Hearings, L'arte dell'India e 3/4 suite), uno di Zanchi (Nights walk), uno del proprio maestro Ed Saindon (Giorgio's Heaven) e uno di suo pugno (My vibes). A suggellare degnamente il tutto è stato un brindisi con i vini delle cantine Cardinali di Castellarquato che hanno sposato la causa del Jazz Club, "citandolo", con foto e scritte, sulle etichette di due delle loro bottiglie di punta. Una di esse omaggia il Jazz fest, l'altra si fregia della scritta "Arquato Jazz", il festival organizzato dal Jazz Club che andrà in scena a Castellarquato dal 7 al 15 luglio e ha già messo a segno un colpo clamoroso: l'ospite della serata di chiusura, il 15 luglio, sarà il sommo pianista Brad Mehldau. Il cui fantasma, per coincidenza, ieri sera è stato ampiamente evocato dallo stile del vincitore del concorso "Bettinardi".
Alfredo Tenni