Venerdì 14 Aprile 2006 - Libertà
Piatti ricchi, poveri e curiosità storiche
Le ricette piacentine e i locali per gustarle
Libro di cucina di Fumi e Salotti
Un libro che mette in vetrina l'immenso patrimonio della cucina piacentina, rileggendo le ricette gustate in alcuni dei ristoranti più rinomati della nostra provincia. Per realizzarlo si sono messi a quattro mani Pietro Fumi, presidente dell'Accademia della cucina piacentina e Sisto Salotti, avvocato appassionato di fornelli e buona tavola. I due autori di "La ristorazione piacentina", edito da Lir, hanno poi scelto di servire come contorno curiosità e aneddoti sulla vera storia degli anolini e degli altri piatti tipici di casa nostra.
«Come quando a Vigolzone si inventarono i tortelli con la treccia in onore della visita del Petrarca, che nel 1354 venne a parlare al salone del Gotico», ha ricordato ieri Fumi, durante la presentazione del libro organizzata all'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Ma i racconti sono proseguiti ricordando l'origine delle paste ripiene piacentine. «Per ovviare alla tenacità delle carni, allora utilizzate fresche di macellazione e prive di frollatura, si usava utilizzare il mortaio e poi proporre il macinato arrotolate nelle lasagne, di invenzione romana, da poi derivarono tortelli e anolini», ha continuato Fumi. Nel libro le ricette sono presentate con l'indicazione dei ristoranti da cui traggono origine. E la raccolta è il risultato di un lavoro paziente negli anni. «Sono più di 150 ricette, rivisitate e rese eseguibili da tutti», ha spiegato Mauro Sangermani, preside del centro scolastico agroalimentare Raineri Marcora, che ha condotto la presentazione del volume. Ma i piatti che vengono proposti tra le pagine non parlano solo piacentino. «Si ritrovano piatti ricchi e poveri, espressione del gusto, della fantasia e della creatività degli chef. I grandi cuochi, apponendo il loro tocco personale contribuiscono alla creazione di una vera e propria cultura», ha spiegato Sangermani. I piatti proposti viaggiano a metà strada tra proposte di ingredienti naturali e tipici del territorio e la creatività dell'alta gastronomia. «È un libro stimolante, in cui si viaggia da un ristorante all'altro, facendo passi avanti e indietro nella storia», ha concluso Sangermani.
Ila.Mo.