Venerdì 21 Aprile 2006 - Libertà
"Divina Commedia": è partito il viaggio nell'Inferno di Dante
Ieri il primo appuntamento di lettura con il professor Pierantonio Frare e l'attore Gerardo Placido
Si è tenuto ieri pomeriggio il primo dei sette incontri intitolati Incontri con Dante: la rassegna, organizzata dall'Università Cattolica di Piacenza e dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano si concluderà il prossimo 1 giugno. Costante l'organizzazione degli incontri: lettura preliminare del canto di volta in volta in oggetto, chiosa del passo a scopo critico-ermeneutico, e, a seguire, nuova lettura del canto, interpretato dall'attore Gerardo Placido.
La cantica di riferimento per questa prima serie di Incontri con Dante è l'Inferno ed il canto che ha aperto la rassegna il primo. Una sala gremita ha ascoltato una preliminare lettura dei versi, senza vedere il lettore, ma solamente sentendone la voce. Quasi che le pareti stesse parlassero una lingua lontana, un'eco distante ed intensa che ha introdotto l'uditorio alla giusta atmosfera. A lettura terminata, ha preso la parola Pierantonio Frare, docente di letteratura italiana presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e di Milano, nonché direttore scientifico dell'iniziativa. Il suo intervento ha inteso dapprima introdurre brevemente la Commedia di Dante, attraverso la datazione e la breve descrizione del significato dell'opera in seno all'epoca che la vide nascere. Quindi, il critico ha precisato come la lettura del capolavoro dantesco rappresenti per noi oggi un grande sforzo ermeneutico, a partire dalla lettera della Commedia stessa, spesso per il lettore contemporaneo ostica o per lo meno ambigua. Del resto, come giustamente precisato dal relatore, l'opera in questione è ascrivibile al genere della Profezia, e come tale è per statuto oscura e misteriosa.
Dante richiede al lettore un grande sforzo: la lettura non è facile, l'interpretazione ancora meno, visto che ogni parola è di per sé significante, ogni tratto linguistico allude a qualcosa d'altro e dal punto di vista allegorico e sul piano infratestuale. Significativo uno dei primi esempi che si presentano al lettore: il viaggio del Dante personaggio viene intrapreso "nel mezzo del cammin di nostra vita", vale a dire all'età di trentacinque anni, cioè nell'anno 1300; di più, pare che il giorno in cui venne intrapreso il viaggio fosse l'8 aprile, data che nell'anno 1300 corrisponde al venerdì santo. Un solo esempio per capire che nulla nella Commedia è per caso: nulla, esattamente come sempre accadeva nell'arte medievale.
Il breve quanto chiaro e preciso intervento di Pierantonio Frare si è poi soffermato su tre tematiche presenti nel primo canto dell'Inferno: il rapporto parola-paura, le tre fiere e l'importanza della guida. Le fiere, è stato detto, potrebbero essere lette come una parodia rovesciata della trinità, a cui alluderebbe peraltro la fisionomia di Lucifero, così come presentato nell'ultimo canto della cantica. La paura, vera parola tematica della prima parte del canto, sarebbe da intendersi in contrapposizione alla parola, intesa come ragionamento, cioè come ciò che allontana dal bestiale, dall'irrazionale a cui si lega per antonomasia la paura. Approfondimento finale poi per la figura di Virgilio, guida affatto particolare.
s.m.