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Martedì 16 Maggio 2006 - Libertà

L'illustre giurista ospite ieri sera nell'Auditorium della Fondazione per "I testimoni del tempo"

«La Costituzione, un modello attuale»
Zagrebelsky difende la validità della Carta versione 1946

Alla presenza di Eugenio Gazzola (curatore degli incontri "I testimoni del tempo") e dell'assessore alla Cultura Alberto Squeri ha ieri sera tenuto un'approfondita ed interessante conferenza il noto costituzionalista Gustavo Zagrebelsky, già presidente della Corte Costituzionale e attualmente docente universitario, nonché editorialista su importanti quotidiani nazionali. Titolo della serata, L'Italia nuova ha 60 anni, teatro dell'incontro, l'Auditorium della Fondazione Piacenza e Vigevano.
Nel saluto introduttivo l'assessore Squeri si è premurato di sottolineare il piacere con cui il Comune accoglie un personaggio dello spessore di Zagrebelsky, il cui sapere e la cui esperienza professionale si rivelano di particolare interesse in questo periodo di celebrazione della Costituzione, anche in vista di un suo prossimo, possibile cambiamento.
Molto ampio e articolato si è rivelato l'intervento dell'ospite di "I testimoni del tempo", a partire da considerazioni inerenti la Costituzione, la sua attualità e la prospettiva di cambiamento tratteggiata dalla così detta devolution. L'attenzione del professore si è però appuntata anche sulla Costituzione europea e sui problemi sorti all'indomani della sua bocciatura ad opera di Francia e Olanda. A questo proposito Zagrebelsky, recuperando le affermazioni già offerte ai lettori nel corso dell'intervista pubblicata ieri, ha ribadito la sua generale fiducia sul futuro europeo, pur non dimenticando di sottolineare i problemi attualmente vivi e presenti in seno all'Ue.
L'ex presidente della Corte Costituzionale ha precisato come oggi non si ravvisino forti legami culturali tra i paesi europei, tanto che sul piano dei diritti e dei doveri, facilmente si può constatare che le differenze tra i vari paesi sono numerose, che le distanze si allargano e che l'unione effettiva che l'istituzione di una Costituzione Europea vagheggia è quanto mai distante. «Del resto esiste anche un problema di natura economica - ha proseguito Zagrebelsky - un'unione si può fare solo se tutti confidano in un domani positivo; al contrario, se si teme per il futuro, la tendenza è quella all'autodifesa, quindi alla chiusura».
Riguardo al tema europeo, è stato poi osservato come forse si sia voluto precorrere i tempi: «Forse è accaduto che si siano voluti affrettare i tempi di una Costituzione comune europea, magari per il vanto di poter associare il proprio nome ad un fatto certamente importante, ma ancora non maturo nelle coscienze europee. Forse occorreva aspettare».
Molto interessanti sono state anche le parole dedicate alla Costituzione italiana: «Potrei dare corpo ad una veloce retrospettiva sulla nostra Costituzione partendo da una considerazione relativa al suo essere di natura tripartita» ha esordito in proposito Zagrebelsky, e quindi ha precisato: «Nell'Assemblea riunita il 6 giugno del '46 c'erano tre anime: una cattolica, una socialista ed una terza liberale. Ma allora - ha provocato l'uditorio - sorge un problema: la nostra Costituzione è forse la somma di queste tre diverse scuole di pensiero? E se così fosse, che attualità essa può avere, visto che non esistono più il partito liberale o la Dc? La risposta - ha continuato il relatore - è che senza dubbio la nostra è ancora oggi una Costituzione valida e attuale, tanto che molti stati europei, con storie diverse dalla nostra, hanno sottoscritto carte costituzionali ispirate alla Costituzione italiana. L'attualità della nostra Costituzione - ha precisato Zagrebelsky - poggia sul fatto che nonostante derivi da tre culture costituzionali diverse, non è la somma delle tre, ma una sorta di "grande compromesso" che trascendeva e trascende i colori e gli orientamenti politici e che si ispirava a due principi fondamentali condivisi da tutti: la pace e l'antifascismo».

di SALVATORE MORTILLA

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