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Domenica 11 Giugno 2006 - Libertà

L'obiettivo di Petrelli sull'Italia che fu

Il nostro dopoguerra nelle foto in mostra a Palazzo Farnese

Alcide De Gasperi a tavola con Giovannino Guareschi in un giorno di giugno del 1952. Due anni dopo, il 26 maggio 1954, lo scrittore entrava nel carcere di Parma, condannato a un anno e otto mesi per la vignetta ritenuta offensiva in cui l'allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi era raffigurato mentre sfilava davanti alle bottiglie di nebbiolo della sua tenuta piemontese, e per aver pubblicato lettere (poi risultate false) riguardanti De Gasperi. Vicende che provocarono grande scalpore.
I tre protagonisti li ritroviamo in questi giorni alla cittadella di Palazzo Farnese, colti dallo straordinario sguardo di Tino Petrelli, nei ventisei pannelli della mostra fotografica organizzata dall'Associazione Piacenza nel mondo, presieduta da Pierluigi Tagliaferri. Un'esposizione che prosegue il discorso iniziato con "Trent'anni nell'obiettivo di Tino Petrelli", che raccontava l'Italia degli anni '30 e del periodo della guerra, spingendosi fino agli anni '60.
La nuova esposizione, "L'Italia del dopoguerra nelle foto di Tino Petrelli" comincia dal 1946 per arrivare fino ai primi anni '70. A Piacenza si potrà visitare fino al 13 giugno (ingresso gratuito, orario: 10-12 e 16-17.30), preludio alle successive tappe all'estero. «L'abbiamo pensata - spiega Sandro Molinari, vice presidente di Piacenza del mondo - come rassegna itinerante per le comunità italiane che vivono lontano dal nostro Paese».
Patrocinata dalla Regione Emilia Romagna, dalla Provincia e dal Comune, realizzata con il contributo della Fondazione di Piacenza e Vigevano, la mostra racchiude celebri scatti (il curioso "dietro le quinte" del congresso della Democrazia Cristiana del 30 ottobre 1959, quando Amintore Fanfani era dovuto salire su una pila di giornali per raggiungere un'altezza adeguata), immagini di personaggi molto noti (da Enrico Mattei a Palmiro Togliatti, da Pietro Nenni a Fausto Coppi, da Mina a Pippo Baudo, da Maria Callas a Gianni Poggi) e cronache di eventi: la posa della prima pietra a San Lazzaro nell'ottobre 1949, alla presenza di Luigi Einaudi; l'alluvione del Polesine nel 1951; la tragedia del Vajont nel 1963; il ritorno nel 1954 della spedizione italiana giunta in vetta al K2, della quale faceva parte anche il medico piacentino Guido Pagani.
Nelle foto del piacentino Petrelli si incontra un'Italia poverissima (quella della scuola all'aperto a Cassino; della vendita di candeggina al lavatoio a Milano e dell'emigrazione con le valigie di cartone), ma anche il Paese orgogliosamente impegnato nella ricostruzione. Vari i momenti piacentini da riscoprire in mostra: importanti opere pubbliche, come il ponte sul Po collaudato nel giugno 1959, scienziati come Edoardo Amaldi o glorie sportive, come il campione di motociclismo Tarquinio Provini o il rugbista Walter Beltrametti. Tra tante autorità, venerdì all'inaugurazione anche una rappresentanza del Piacenza Rugby, insieme al presidente Old Rugby, Vittorio Schiavi, e a Luciano Toscani e Sandro Molinari, compagni di squadra di Beltrametti.

di ALBERTO BOCCANEGRA

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