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Domenica 24 Settembre 2006 - Libertà

Grazie, madri della Terra
L'evento

Il convegno "Madri della Terra" che si è appena concluso (con straordinario successo) si presta ad alcune riflessioni.
La prima. Piacenza può essere orgogliosa di aver ospitato ed organizzato questo primo summit internazionale fortemente voluto da cinque donne eccezionali (la nordirlandese Betty Williams, l'iraniana Shirin Ebadi, l'americana Jody Williams, la guatemalteca Rigoberta Menchù Tum e la keniana Wangari Muta Maathai, tutte Premi Nobel per la Pace fra il 1976 e il 2004) e dalla Fondazione Gorbaciov (che ha a Piacenza la sua sede italiana). Superfluo sottolineare l'importanza dell'evento che ha proiettato la nostra piccola città all'attenzione di tutto il mondo.
La seconda. Nel corso del summit due parole si sono sentite più di ogni altra : "pace" e "bambini". Sono stati drammaticamente rappresentati, in particolare, gli orrori senza nome che ogni guerra produce a danno di milioni di piccoli innocenti.
La terza. Fra le ormai innumerevoli guerre che sotto diverse latitudini mietono ogni giorno tante creature appena sbocciate alla vita ce n'è una che non si nomina mai ma che è, forse, la più terrificante di tutte. Non viene combattuta con le armi e coinvolge larga parte dell'umanità. Il suo nome è indifferenza. Non si può sapere che muoiono ogni giorno oltre 40.000 bambini di fame, di malattie facilmente curabili, di AIDS e girare la testa da un'altra parte. La responsabilità maggiore, si dirà, è di chi governa i paesi ricchi e non interviene. Si tratta però solo di una mezza verità. Chi detiene il potere, soprattutto dove regna la democrazia, è notoriamente molto sensibile alle spinte che vengono dal basso.
Ed allora ognuno dovrebbe fare qualcosa, innanzitutto, in prima persona (anche gli oceani sono fatti di piccole gocce). Subito dopo dovrebbe con ogni mezzo far sapere che non ci sta gridando ai quattro venti la propria indignazione.
È quello che, in grande, stanno facendo le "Madri della Terra". Cerchiamo, nel nostro piccolo, di imitarle.

GIANNI CUMINETTI

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