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Domenica 10 Settembre 2006 - Libertà

Cellule staminali da cordone ombelicale convegno in fondazione
«Sosteniamo la cultura della donazione»

Promuovere e sostenere la cultura della donazione di cordone ombelicale anche nella nostra provincia specie, dopo che negli ultimi anni, si è registrato un calo. Una donazione a favore di quella "banca" per la conservazione, donata all'Ausl dall'associazione di volontariato "Nuova vita". Conserverle per sè, infatti, per un "futuro che non si sa mai", servirebbe a poco. Questo, in sintesi, è quanto è stato sottolineato nel corso del convegno - "Donazione di cellule staminali da cordone ombelicali. Attualità e prospettive" -, moderato dal professor Luigi Cavanna, primario di Oncoematologia dell'Ospedale di Piacenza, che si è tenuto venerdì sera nell'auditorium della Fondazione Piacenza e Vigevano, davanti a un pubblico numeroso e attento. Numerosi gli esperti, relatori dell'incontro a cominciare dal dottor Franco Locatelli, dell'Oncoematologia pediatrica di Pavia. Locatelli ha evidenziato, in base a una dettagliata casistica, «come la "conservazione" del cordone per se stessi sia praticamente limitato, inutile e possa invece precludere la possibilità di curare una persona quanto diviene adulta e necessita di due cordoni. Per questo invece è importante far convogliare le cellule staminali del cordone ombelicale nella "banca"», creando così una rete più estesa di aiuti. Concetto sottolineato anche dal dottor Giuseppe Bandini, oncologia ematologia di Bologna, ricordando, tra l'altro, che la nostra banca fa riferimento a quella del capoluogo emiliano. Il professor Cavanna ha poi stimolato la discussione sul centro trasfusionale piacentino ricordando che «purtroppo nella nostra città si registra un calo di donazioni per quanto riguarda i cordoni ombelicali». Come poi hanno fatto notare anche il dottor Franco Colombo e Marco Zannini, primari di ginecologia - ostetricia di Piacenza e di Fiorenzuola il problema del calo delle donazioni dipende da più fattori. A cominciare dalle mamme che non sono ben informate sull'argomento, e tra queste anche molte straniere. «La donazione - ha sostenuto Cavanna - può riprendere con una maggiore informazione, anche per esempio attraverso volantini scritti in madre lingua. E' importante sostenere la cultura delle donazioni: con la donazione volontaria di sangue, midollo osseo, organi, sangue cordonale, molte persone possono essere curate al meglio».

(c.p.)

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