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Lunedì 13 Dicembre 2004 - Libertà

Muti e la Cherubini: lezione bis

Municipale - Dopo la divertente serata Telethon, stasera l'altro incontro ravvicinato col maestro. Nuovo tuffo fra i segreti di Ciaikovskij e premio al maestro

Un formidabile reality show teatrale, in cui un direttore d'eccezione guida nei suoi primi passi - provando, insegnando, scherzando, correggendo - un'orchestra sinfonica di talentuosi giovanissimi, da lui selezionati personalmente: l'orchestra cui il maestro da 30 anni sognava di dar vita; e 80 ragazzi che, attraverso questa irripetibile occasione di perfezionamento strumentale e tirocinio orchestrale, si avviano a entrare nella loro vita di artisti dalla porta principale. Una sorta di Prima della prima che ha luogo sul palco e si riferisce all'esecuzione di una sinfonia, invece di essere confinato alla tv e all'opera lirica. Una lezione rivolta al pubblico non meno che agli orchestrali-allievi. Un esempio particolarmente affascinante di "spettacolo nello spettacolo". Tutto questo e altro ancora promette di essere la lezione-concerto, inclusa nella stagione sinfonica organizzata dalla Fondazione Toscanini che stasera alle 21 vedrà debuttare ufficialmente al Municipale l'Orchestra Giovanile "Luigi Cherubini" sotto la guida del grande Riccardo Muti, che (dopo un weekend di frenetica attività: l'altro ieri sera è stato impegnato al Municipale in una trionfale prova aperta dello spettacolo di stasera, ieri è tornato alla "sua" Scala per una replica dell'Europa riconosciuta di Salieri, e stasera eccolo rimbalzare a Piacenza) dirigerà nei primi due movimenti della Quinta Sinfonia di Pëtr Ilic' Ciaikovskij: una partitura di cui il direttore di Molfetta ha offerto celebrate interpretazioni e che, per il suo afflato romantico, la sua complessità di scrittura e la sua ricchezza di organico, è stata scelta come banco di prova per questi ragazzi. Al termine dello spettacolo al maestro Muti sarà conferito il Premio "Piacenza Città della musica", riconoscimento musicale alla prima edizione, assegnato dal Comune, ispirato a Verdi, consistente in una preziosa scultura in argento, diamanti, topazi e granati, realizzata dall'orafo designer piacentino Giulio Manfredi. Se il buon giorno si vede dal mattino, l'Orchestra Cherubini (nata grazie agli sforzi congiunti dei Comuni di Piacenza e Ravenna, della Toscanini e di Ravenna Manifestazioni, che ogni anno mette all'onor del mondo il Ravenna Festival) si appresta a farcene sentire delle belle: la serata per Telethon, incentrata sul solo Andante della Quinta di Ciaikovskij, ci ha permesso di ammirare la bellezza del suono collettivo (che bei violini, per un'orchestra giovanile italiana!) e la bravura delle prime parti chiamate alla sortita solistica (il primo corno, il primo oboe), ma soprattutto di essere avvinti dalla finezza e dalla forza del magistero del Muti "insegnante". Questa lezione-concerto, e la relativa prova aperta, sono un reality show anche in questo: nel misto di realtà in presa diretta e di "pubblica rappresentazione" elaborata attraverso la mediazione delle prove a porte chiuse; e il Muti che vediamo sul palco si propone in una "cara e buona immagine paterna" che va deliberatamente contro la leggenda di Maestro Divino e Tremendo da cui (erede di Toscanini anche in questo) è aureolato da tanti anni. La sua severità è filtrata da un'ironia da allenatore (a una sezione di contrabbassi e violoncelli che suona in modo un po' "pesante", dice: "Sono arrivati i panzer!"; a uno strumentista che va fuori tempo chiede, indicando con la sinistra la bacchetta levata nella destra: "Che fa, io sto quassù e lei va giù?"; e, a un violinista che suona in modo che a lui pare un po' troppo "rilassato", ricorda Arthur Nikitsch, che levò gli schienali alle seggiole dei Berliner Philarmoniker). Ma l'ironia serve a Muti anche per deliziare il pubblico ("C'è gente che si chiede: "Ma il direttore che ci sta a fare lì sopra? L'orchestra non può suonare da sola?" Qualche volta suona da sola, nonostante il direttore"), per rivelare in modo divertente grandi verità ("Quando andate a sentire un concerto, guardate bene se l'orchestra vibra, se tutti vibrano: se vedete qualcuno che non vibra, aspettatelo fuori"), per insegnare senza intimorire o annoiare (quando prova le "arcate libere" che furono il marchio di fabbrica della Philarmonia Orchestra diretta da Leopold Stokowski, spiega così chi era Stokowski: "Mi rivolgo a quelli della mia età: avete visto Fantasia di Walt Disney? Vi ricordate che c'è un direttore d'orchestra, con Topolino che gli dà la mano? Ecco, è lui"). Ma non c'è ironia nel disarmante, appassionato candore con cui Muti spiega il significato di segni d'espressione come "con noblezza" e "con desiderio", senza timore di usare parole come "nostalgia" per il tema esposto dal corno e "speranza" per quello dell'oboe. In questa serata di musica, pensieri ed emozioni, sono stati molti i riferimenti al passato: non solo, genericamente, ai grandi della Storia, quanto al passato personale, biografico, di Muti; alle esperienze, ai grandi personaggi conosciuti (maestri come Vitale, Votto e Bettinelli, ma anche il sublime violinista Zino Francescatti), ai compositori studiati e venerati (è simbolica la scelta di intitolare l'orchestra a Luigi Cherubini, uno dei numi tutelari di quella tradizione neoclassica e "italiana" che Muti tanto ama) che hanno fatto di lui ciò che è. Un passato che Muti sembra voler distillare in queste lezioni, per cederne il testimone alle generazioni future. Perché, come ha detto lui stesso in teatro in tono semplice e solenne insieme, "questi ragazzi sono il futuro della musica".

Alfredo Tenni

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