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Domenica 26 Settembre 2004 - Libertà

La Babele dei linguaggi interpretata da Milani

Cripta di Santa Liberata. Inaugurata ieri la mostra personale

Babele, la torre poetario che dà il titolo all'ultima personale dell'artista Giorgio Milani, ha acceso ieri di nuova luce il bellissimo e misconosciuto spazio della cripta di Santa Liberata, sotto l'Auditorium della Fondazione in via Sant'Eufemia. L'inaugurazione della mostra curata da Marco Senaldi (aperta sino al 9 ottobre) ha rivelato la magia di un luogo che bene accoglie i caratteri lignei di Milani, opere riunite per la prima volta a Piacenza dopo anni di mostre fuori dalla nostra città. Suggestivo l'effetto raggiunto con la proiezione dei video di Roberto Dassoni, uno sulla genesi di Babele, l'altro più didattico. A spiegare il pensiero sotteso a questa ultima prova è lo stesso Milani: "Vivo un momento di passaggio nell'uso dei caratteri - ci spiega -, ogni giorno scopro forme di comunicazione con questi oggetti. Appena ho iniziato a lavorare, una decina di anni fa, mi bastava metterli insieme e già ne traevo una sorta di godimento, pensando a ciò che questi manufatti avevano stampato, a come la nostra cultura sia passata tutta di lì". "Dopo tanti anni, dopo tante mostre, si scoprono forme nuove di espressività, di comunicazione - prosegue Milani - e in relazione all'invito a partecipare alla Quadriennale di Roma ho sviluppato alcuni temi, fra cui quello di Babele, tornato d'attualità in questo inizio di millennio, perché sembra che non ci capiamo più. Ho rappresentato tre filoni: la Babele dei popoli, la contrapposizione delle culture che genera anche questo momento sanguinario, apparentemente privo di soluzione. Poi c'è una Babele che vedo in relazione alla comunicazione: mentre è tutto più facile con i nuovi mezzi, sempre più potenti, più ricchi di memoria, diventa in realtà più difficile "capire", vuoi anche perché siamo subissati da milioni di informazioni che ci arrivano al cervello all'unisono e con lo stesso peso, fatti drammatici mescolati alle vicende dei calciatori, delle veline. La terza Babele è dentro di noi, il disorientamento di non comprendere più. Il mio discorso vuol introdurre un elemento di riflessione, l'invito a fermarsi e a pensare".

(p.s.)

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