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Eventi Auditorium San Dionigi di VigevanoIn questa sezione del sito è possibile consultare tutti gli eventi organizzati presso l'Auditorium San Dionigi di Vigevano.
Riferimento e-mail per contatti: auditoriumsandionigi@lafondazione.com
CHIESA DI SAN DIONIGI
Piazzetta Martiri della Libertà
Orario invernale 10.30-12.30 e 15.30-18.30
Ingresso gratuito
Domenica ore 17.00 visita guidata gratuita
L'orario può subire delle modifiche in base agli eventi programmati.
L'auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano è ospitato all'interno della Chiesa di San Dionigi, a partire dal 2009, anno in cui la conclusione di restauri durati alcuni anni, hanno permesso di rendere nuovamente fruibile l'edificio alla cittadinanza come auditorium, pertanto sede di concerti, convegni, mostre ed incontri letterari.
La chiesa, oggi non più adibita a luogo di culto, fa da splendida cornice alle manifestazioni, conservando al suo interno opere preziose tra cui il gruppo ligneo del ''Compianto sul Cristo Morto'' del primo '500, e la maestosa Pala di Gian Battista Crespi, detto il Cerano, del '600, raffigurante il martirio di San Dionigi, posta sulla parete di fondo a sovrastare l'altare centrale.
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25 Giugno 2014
1 evento presente
ore 21:15 - Piazza Ducale, Vigevano (in caso di pioggia presso l'Auditorium San Dionigi)
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Chicago StompersJazz Festival in Piazza a VigevanoElena Paganuzzi, Martino Pellegrini, Corrado Tosetti, Paolo Colombo, Arturo Garra, Giovanni Libonati, Giorgio Gallina, Mauro Porro, Dario Lavizzari, Paolo Vanzulli, Alessandro Rossi
I Chicago Stompers sono la formazione di "hot jazz" più "giovane" d'Italia, l'unica band della penisola specializzata nel repertorio delle orchestre statunitensi operanti tra il 1924 e il 1931 c.a. avente un'età media di soli 20 anni
Il repertorio, che spazia dai titoli più celebri a quelli meno noti della tradizione, viene eseguito per mezzo di trascrizioni ed arrangiamenti che fedelmente riproducono le orchestrazioni originali.
Per meglio riuscire in tale intento, si sono resi necessari: l'uso di strumenti vintage e di altri altrettanto rari ed inusitati (come i sassofoni basso e "c-melody" o il clarinetto di metallo); la ricostruzione esatta del kit percussionistico del tempo (una grancassa che monta un antico set di "temple woodblocks" degli anni '30, un primitivo tom, il "chinese bongo", piatti originali degli anni '20 montati su molle e corde di cuoio, l'uso di un rullante rigorosamente "d'annata" e l'impiego dei rarissimi "bock-a-de-bock cymbals"); lo studio peculiare, tramite un accurato e accorato ascolto dei dischi, dello stile e del fraseggio dei solisti dell'epoca; l'analisi, peraltro di rilievo, di fotografie e filmati delle orchestre di jazz prodotti a cavallo tra gli anni '20 e '30, fondamentale per sviluppare ed interiorizzare il dettame artistico di questa musica anche dal punto di vista estetico e scenografico/coreografico: il recupero filologico si estende infatti anche alla cura del vestiario (tuxedo per la componente maschile del gruppo, abiti tematici ed accessori originali per quella femminile) e nelle presentazioni (la band si introduce al pubblico con leggii e stand sui modelli di quelli delle grandi orchestre del periodo e con un microfono a condensatore sullo stile dei celebri "ribbon" prodotti negli anni '20 dalla RCA; modella inoltre il proprio spettacolo su ispirate coreografie dei musicisti e dei cantanti, al tutto aggiungendo un pizzico di allegria e sana comicità). |
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