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TI REGALO LA MIA MORTE, VERONIKAStagione di Prosa “Tre per Te”traduzione e adattamento di Antonio Latella e Federico Bellini
tratto dal film “Veronika Voss” di Rainer Werner Fassbinder
regia Antonio Latella
con Monica Piseddu
e in o.a. Valentina Acca,Massimo Arbarello,
Fabio Bellitti, Caterina Carpio, Sebastiano Di Bella,
Estelle Franco, Nicole Kehrberger, Fabio Pasquini,
Annibale Pavone, Maurizio Rippa
scene Giuseppe Stellato
costumi Graziella Pepe
suono Franco Visioli
luci Simone de Angelis
ombre alTREtracce
assistente alla regia Brunella Giolivo
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
Nuovo appuntamento con la Stagione di Prosa “Tre per Te” del Teatro Municipale di Piacenza, organizzata da Teatro Gioco Vita, direzione artistica di Diego Maj, con la Fondazione Teatri, il Comune di Piacenza e il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Per il cartellone Altri Percorsi martedì 15 dicembre alle ore 21 va in scena al Teatro Municipale “Ti regalo la mia morte, Veronika”, regia di Antonio Latella, che con Federico Bellini ha curato traduzione e adattamento del film “Veronika Voss” di Rainer Werner Fassbinder. Lo spettacolo, prodotto da Emilia Romagna Teatro Fondazione, è interpretato da Monica Pideddu con Valentina Acca, Massimo Arbarello, Fabio Bellitti, Caterina Carpio, Sebastiano Di Bella, Estelle Franco, Nicole Kehrberger, Fabio Pasquini, Annibale Pavone, Maurizio Rippa. Le scene sono di Giuseppe Stellato, i costumi di Graziella Pepe, il suono di Franco Visioli, le luci di Simone de Angelis, le ombre di alTREtracce, assistente alla regia Brunella Giolivo.
“Ti regalo la mia morte, Veronika” è il secondo incontro di Antonio Latella con la poetica di Rainer Werner Fassbinder. Dopo la messa in scena de “Le lacrime amare di Petra von Kant”, nel 2006, Latella rivolge l’attenzione a parte dell’universo cinematografico dell’autore bavarese, costellato dalla presenza di personaggi femminili attraverso i quali Fassbinder ci ha donato un affresco e un’ampia riflessione non soltanto sulla condizione della donna, ma anche sul proprio contesto storico, una Germania non ancora del tutto guarita dalle ferite del passato.
Partendo dalla rievocazione della vicenda di Veronika Voss, diva sul viale del tramonto e vittima di una dottoressa e di un’infermiera senza scrupoli, lo spettacolo insegue una parabola allucinatoria scandita dai ritmi e dagli stati d’animo provocati dall’assunzione di morfina, dove i frammenti di ricordo riaffiorano nella mente di Veronika come incubi, proiezioni di una psiche alterata e in parte compromessa. Una corsa folle, senza protezioni, in cui realtà e finzione non sono più distinguibili e nella quale i sentimenti diventano inevitabilmente merce di scambio o illusorie gratificazioni, dove persino la morte è accettabile, come liberazione o nuova possibilità.
Un viaggio della mente in cui Veronika incontra alcune tra le protagoniste delle pellicole del cineasta tedesco, da Maria de “Il matrimonio di Maria Braun” a Margot di “Paura della paura”, da Emma Küsters de “Il viaggio in cielo di Mamma Küsters” a Elvira di “Un anno con tredici lune”, fino a Martha, protagonista dell’omonimo film, tutte testimoni di una riflessione cinematografica divenuta negli anni quasi un unico corpo, un’unica grande storia. Ma anche un viaggio in cui Veronika incontra, soprattutto, il suo ideatore, il regista, il medico ma anche il carnefice Fassbinder, presente fin dal suo primo ricordo, quella sala di un cinema nella quale sorprendiamo entrambi assistere alla proiezione di un film che sembra somigliare al racconto della loro stessa fine.
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